Nuovi vertici in casa di Ferrovie dello Stato. Di intesa con il ministero dei Trasporti, il ministero dell’Economia ha tenuto un’assemblea che ha nominato il nuovo cda e a sua volta l’assemblea ha invitato il nuovo consiglio a nominare Renato Mazzoncini quale amministratore delegato della società con ampie deleghe operative.
Nuovo presidente è una donna, la prima nella storia delle Ferrovie: Gioia Ghezzi, il cui nome è spuntato quasi a sorpresa (le attese della vigilia erano per un altro nome, sempre femminile, Simonetta Giordani), ma in linea con la pratica attuata con le ultime nomine del Tesoro per le grandi partecipate pubbliche.
Il nuovo cda, che resterà in carica per il triennio 2015-2017, cambia nel numero di membri (ridotti da 9 a 7) ma non nei componenti: un segnale di continuità per non sprecare il lavoro svolto fino ad oggi. A parte l’arrivo di Mazzoncini (e l’uscita di Vittorio Belingardi Clusoni), infatti, i consiglieri sono gli stessi del precedente cda: Gioia Ghezzi, indicata come presidente, Daniela Carosio, Giuliano Frosini, Simonetta Giordani, Federico Lovadina e Wanda Ternau. Al nuovo cda, che si riunirà martedì, il ministero dell’Economia ha chiesto di nominare Mazzoncini come amministratore delegato “con ampie deleghe operative”.
Queste nomine dovrebbero ora permettere di sbloccare, almeno secondo le intenzioni del Governo, lo stallo che ha caratterizzato fino ad oggi il lavoro sulla privatizzazione di Ferrovie dello Stato. L’iter è stato ufficialmente avviato con il Dpcm varato in via preliminare lunedì scorso dal consiglio dei ministri per la cessione di una partecipazione non superiore al 40% (anche in più fasi) delle Fs, con l’obiettivo di completare l’operazione nel corso del 2016. Resta ora da stabilire il perimetro degli asset oggetto della quotazione: è questa la sfida per il nuovo management, sciogliere il nodo su cui si sono divisi Messori ed Elia, costretti per questo a fare un passo indietro.
Al contrario, Mazzoncini una privatizzazione l’ha già conclusa. Arriva infatti al vertice delle Ferrovie dello Stato dopo essere stato fino ad oggi ad di Busitalia (sempre del Gruppo Fs) e nel suo curriculum ha la privatizzazione dell’Ataf, l’azienda tranviaria fiorentina, conclusa nel 2012 proprio mentre il premier Matteo Renzi era sindaco di Firenze.