Sempre meno passeggeri, anche Italo e Flixbus chiedono aiuti

Costi sempre più alti ma sempre meno viaggiatori. E’ una combinazione pericolosa quella con cui il mondo dei trasporti sta facendo i conti nelle ultime settimane, che rischia di compromettere “la continuità aziendale ed occupazionale” delle imprese del settore.

Per questo, con una lettera inviata al Mef e al Ministero delle Infrastrutture, Italo e 10 aziende di trasporto su gomma, tra cui Itabus e Flixbus, si aggiungono alla lista dei comparti che chiedono nuovi aiuti al governo. La richiesta è di intervenire urgentemente con misure di sostegno contro i danni della pandemia, a partire dallo sconto sul canone di accesso all’infrastruttura ferroviaria e dall’erogazione di nuovi ristori.

Gli effetti del dilagare di Omicron e delle relative misure di contenimento hanno già portato ad una forte contrazione della domanda, che ha spinto Italo a ridurre le tratte giornaliere. La compagnia ha già soppresso 6 servizi che dal 14 gennaio diventeranno 27 (di cui 21 soppressi tutti i giorni e ulteriori 6 il martedì, mercoledì e giovedì). Ma per evitare di essere “costretti a misure ancora più drastiche”, spiega il ceo della società Gianbattista La Rocca, un intervento è ormai necessario. Del resto, sottolinea Italo, la domanda di trasporto nel 2021 non ha mai raggiunto i livelli prepandemici, attestandosi ad un -57% medio rispetto al 2019, ed ora bisogna anche fronteggiare l’aumento del pedaggio in base all’inflazione programmata e, soprattutto, dell’energia elettrica.

Discorso simile per le aziende private di autobus che chiedono di rinnovare la cig, ma anche di concedere nuovi contributi a fondo perduto, di ridurre i pedaggi autostradali e i canoni d’accesso alle ZTL.

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