È braccio di ferro a tre fra Cin, commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria e Mise sul salvataggio dell’ex compagnia marittima di bandiera che rischia il fallimento dopo che il pm del tribunale di Milano, Roberto Fontana, ha chiesto ai giudici di decidere sul destino del vettore nel quale lavorano oltre 6.000 persone. Un duello a distanza, con botta e risposta a mezzo stampa che ha portato ad un nuovo stallo, in attesa del chiarimento a un tavolo tecnico interministeriale richiesto e ottenuto da Cin ma non ancora fissato dal Governo, anche se i tempi saranno stretti. Se i principali termini dell’intesa sembrano consolidati resta il nodo della par condicio creditorum. Su questo punto, l’intesa che per il gruppo Onorato era “ad un passo dalla firma” si è fermata sulla porta del tribunale che ha rinviato tutto al 24 maggio. Il sindacato però protesta e chiede una convocazione urgente da parte del ministero dello Sviluppo economico.
Intanto, nelle ultime ore commissari avevano dichiarato che il Mise si era espresso a favore dell’accordo di ristrutturazione ma Cin lo ha rifiutato, sostenendo che l’intesa era superata da interlocuzioni recenti non recepite e che comunque, così come concepito, l’accordo non garantirebbe nè i creditori nè i lavoratori. Poi l’udienza in tribunale, con i giudici che hanno concesso altro tempo alla compagnia per trovare la quadra. Se dovesse saltare, la stessa società dichiarerà lo stato di insolvenza per l’apertura della procedura di amministrazione straordinaria.