Uber, per tassisti il Garante ignora parità d’accesso al mercato

Sono sembra essersi placato il braccio di ferro tra tassisti e Uber. “Il garante continua a ignorare la parità d’accesso che dovrebbe essere l’assunto di base per regolare ogni tipo di concorrenza, stessi requisiti, medesima tassazione”. È quanto afferma Federico Rolando, portavoce nazionale di Federtaxi/Cisal, replicando al presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella.

“Le rendite di posizione – afferma Rolando – sono proprie di chi fa del liberismo selvaggio un sistema, non certo di chi ha tariffe amministrate e opera in ossequio all’attuale legislatura in materia. Come mai tutta questa insistenza nel far entrare nel nostro settore una multinazionale senza imporle alcuna regola?”.
Giorni fa si è pronunciata l’Avvocatura generale della Corte di Giustizia europea in merito al ricorso di un’organizzazione sindacale spagnola per il servizio Pop, suggerendo al magistrato di considerare Uber come una vera e propria società di trasporti. Secondo Uber, anche se la Corte dovesse accogliere questo parere, non vincolante, in Italia e in molti Paesi europei non cambierebbe nulla perché il servizio ‘UberPop’ non esiste più.
Polemiche anche sul fronte ddl concorrenza. “C’è una fretta sospetta. Chi chiedeva in Senato il ritorno in commissione del ddl concorrenza, ora ha fretta che venga licenziato così com’è, senza volere approfondire i vari aspetti”, osserva Rolando.
Intanto domani, giovedì 18 maggio, il ddl torna in commissione, dove la Lega dovrebbe presentare un paio di emendamenti per abolire la legge delega e per il rispetto dei requisiti previsti per operare. Nei prossimi giorni è attesa anche la sentenza del Tribunale di Roma sul ricorso di Uber che, nella sua versione Black, ha perso in primo grado la causa per concorrenza sleale ottenendo la sospensiva.

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