La Svezia assume la presidenza del nuovo semestre Ue e annuncia un incontro tra i partner mercoledì 4 gennaio per trovare una risposta congiunta relativa ai viaggiatori provenienti dalla Cina. La riunione del meccanismo di gestione delle crisi del Consiglio (Ipcr) “è importante per mettere in atto rapidamente le misure necessarie”, ha spiegato Stoccolma. La convocazione è arrivata dopo che mezza Europa si è mossa in ordine sparso sui controlli negli aeroporti per l’impennata eccezionale dei contagi in Cina seguiti alla fine delle restrizioni. Francia, Spagna e Gran Bretagna si sono unite all’esempio di Roma, richiedendo un tampone negativo per chiunque arrivi dagli scali cinesi. Insomma, l’Europa a conduzione svedese sembra avere intenzione di riprendere le fila della politica comune sulla pandemia, come per l’acquisto dei vaccini, perché, con il senno di poi le strategie in solitaria contro il Covid si sono mostrate perdenti.
Scettica Berlino che non ha ritenuto necessario imporre l’obbligo di test ma sostiene di star pensando ad un sistema coordinato per monitorare le varianti del virus negli aeroporti europei. Del resto lo stesso presidente Xi Jinping nel discorso in tv per il nuovo anno ha detto che nella lotta al Coronavirus la Cina è “ancora in un momento difficile. La prevenzione e il controllo dell’epidemia sono entrati in una nuova fase ma la luce della speranza è davanti a noi”. Meno ottimisti i cittadini cinesi dopo tre anni di restrizioni pesantissime imposte da Pechino che ha perseguito la politica dello ‘zero Covid’ chiudendo in casa milioni di persone per periodi interminabili. Non solo, la scarsa fiducia nei farmaci made in China sta emergendo tutta d’un colpo, come dimostra la corsa a farsi inoculare i vaccini a mRna occidentali dovunque sia possibile. Ufficialmente, la Cina ha registrato poco più di 5.200 morti per Covid, ma c’è un enorme divario tra il quadro presentato dalle autorità e la realtà che emerge dai post sui social. La scorsa settimana, la polizia ha stretto un cordone di sicurezza intorno a un crematorio di Pechino dove sono state viste lunghe code di carri funebri.