Italia seconda in Europa, dopo la Gran Bretagna, per il numero di denunce da parte di passeggeri (2.557) nel biennio 2005-2006 e al terzo (dopo Gran Bretagna e Francia) per richieste di risarcimento dovute a ritardi (1.032). Ma il Belpaese è anche il Paese, insieme al Belgio, in cui i casi si risolvono nel migliore dei modi (438). I dati sono contenuti nel rapporto diffuso dalla Commissione Europea che elenca le violazioni tipo che subisce chi sale o vorrebbe salire a bordo di un aereo in Europa: si va dai ritardi, a cancellazioni, assistenza precaria, fino al nome del vettore cambiato all’insaputa del passeggero. la Commissione parla infatti di “compagnie che classificano gli annullamenti di voli come gravi ritardi per sfuggire alle richieste di risarcimento”. Gli esempi parlano di voli “ritardati” di 48 ore ma partiti dallo stesso aeroporto e con lo stesso numero del volo sparito, così da apparire soltanto slittati. Per non parlare delle “circostanze straordinarie” o “cause di forza maggiore”, una dizione nella quale le compagnie aeree fanno rientrare gli eventi più disparati pur di non comparire come responsabili e dunque dover risarcire i passeggeri. Secondo il rapporto le low cost sono più puntuali, anche se, in caso di ritardo o annullamento, hanno più difficoltà a sistemare i passeggeri su altri voli o in hotel. Sembrano “generalmente ben risolte sul posto, grazie alla tecnica dei ‘volontari’ le questioni legate all’overbooking. Più difficili, invece, le controversie sui mancati imbarchi per documenti di viaggio non in regola, corrispondenze mancate o imbarchi tardivi.