Sono tre le mete nel mondo da evitare, secondo Survival International, movimento in difesa delle popolazioni tribali. Il motivo? Nell’illusione di far vivere ai turisti una vacanza indimenticabile e selvaggia, in realtà si mettono a rischio le tribù indigene. In particolare quelle che non hanno mai avuto contatti col mondo esterno o li hanno avuto solo di recente possano contrarre malattie per loro anche mortali. E allora ecco le tre destinazioni dove sarebbe meglio non andare. Intanto le isole Andamane e la riserva creata per proteggere i Jarawa, da poco usciti dall’isolamento. Il complesso turistico allestito dalla "Barefoot India – sottolinea Survival – mette la tribù a rischio di pandemia di peste suina e di altre malattie verso cui è probabile che non abbia alcuna difesa immunitaria". In Botswana, invece, "il governo sta promuovendo la riserva del Kalahari centrale come destinazione turistica, permettendo, fra l’altro, a un operatore turistico specializzato in safari di costruire un lodge che consumerà grandi quantità di acqua. Ma contemporaneamente, non permette ai Boscimani di utilizzare nemmeno un singolo pozzo". Infine, dito puntato sui "trekking organizzati per incontrare le tribù isolate del Papua Occidentale, in Indonesia: potrebbero avere conseguenze catastrofiche" per popolazioni che non hanno mai avuto contatti con l’esterno.