"Guarda soltanto a pochi grandi progetti e dimentica il turismo diffuso". Ecco perché il Piano Strategico per il Turismo, presentato recentemente dal ministro del Turismo Piero Gnudi al consiglio dei ministri non piace a Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist.
"A nostro avviso – spiega Brancaccio – il piano è una ricerca accademica e non un progetto politico. Tratta astrattamente tutto quello che non va del turismo in Italia, prospettando soluzioni per lo più teoriche, con uno scadenzario temporale del tutto irrealistico, ma soprattutto sostiene tesi inaccettabili, come quella secondo cui in Italia esisterebbero 150 poli turistici, solo 40 dei quali con ‘un potenziale di crescita ancora significativo' e quindi degni di intervento prioritario. In Italia, al contrario, abbiamo un enorme patrimonio di attrattive turistiche diffuse e sconosciute, ad altissimo potenziale di crescita, dalla valorizzazione delle quali può davvero arrivare la ripresa del turismo. E' il caso, ad esempio – osserva Agriturist – delle attrattive culturali, paesaggistiche, naturalistiche, enogastronomiche, artigianali, di tradizione contadina, promosse dall'agriturismo, che, pur mai considerato dalla promozione pubblica, riceve tre milioni di ospiti l'anno, il 40% dei quali stranieri. Il piano è ‘vecchio' – aggiunge ancora Brancaccio – pensa solo ad turismo ‘in grande' fuori dal tempo. Le piccole strutture ricettive sono considerate un punto di debolezza, in quanto non idonee per i grandi tour operator; poi si contraddice ‘ammettendo' – conclude – che le prenotazioni effettuate tramite internet, senza intermediari, sono in enorme aumento…".