Da vetrina dell'offerta turistica a vera e propria piattaforma del settore. Amplia il suo raggio di azione la Borsa Internazionale del Turismo che si è chiusa ieri alla Fiera di Milano nei padiglioni di Rho-Pero. Dopo essere stata per 33 anni la più importante passerella per la promozione turistica italiana e internazionale, in questa edizione la Bit si è confermata come punto di riferimento per la formazione, l'approfondimento delle tematiche del settore, lo sviluppo del business, i trend.
Nei quattro giorni della rassegna decine i focus, i workshop, gli eventi. Ed ecco qualche dato: Bit BuyItaly ha visto la presenza di 600 top buyer da 50 paesi e più di 2.000 seller italiani, superando il numero di appuntamenti business del 2012, arrivando a quota 19mila152. Il 25% dei buyer presenti erano new entry, che non avevano mai partecipato a un workshop in Italia. Importante il riscontro dalle economie emergenti: aumento dei buyer dalla Cina, presenza di nuovi paesi, tra cui Kazakistan e Sudafrica; importanti conferme da India, Russia e in crescita da Israele. Tra i mercati tradizionali da segnalare i buyer nordamericani e tedeschi.
"Questa edizione, con le sue 84 mila presenze – ha commentato Marco Serioli, direttore Exhibitions di Fiera Milano – ha registrato una sostanziale tenuta degli operatori professionali, mentre come da aspettative, il pubblico dei viaggiatori è calato (30.400)". E infatti quest'anno si sono visti meno visitatori con i trolley da riempire con opuscoli e depliant mentre è aumentato il pubblico degli operatori che alla Bit arrivano per capire strategie turistiche oltre che per concludere affari.
Un centinaia di paesi ospiti, circa 2000 espositori, per una Bit che, al di là dei numeri, si ricorderà anche per un'altra peculiarità, la concomitanza con la campagna elettorale. Pochi i politici che si sono visti in Fiera e quasi tutti comunque hanno preferito lasciare fuori dagli stand colorati le polemiche elettorali parlando solo di turismo.