Il turismo responsabile comincia a farsi strada anche in Italia conquistando fette sempre più ampie di appassionati. "Quando siamo partiti nel ‘98 – racconta Maurizio Davolio, presidente di Aitr – avevamo un solo tour operator, oggi ne abbiamo 18. Ma ciò che percepiamo è che il fenomeno va ben oltre i soggetti che utilizzano le strutture che fanno capo all'associazione. Ci risulta che molti tour operator non aderenti ad Aitr stanno modificando la loro offerta verso il turismo sostenibile ed etico. Gli italiani che fanno ogni anno viaggi organizzati nel sud del mondo sono circa 6 mila, mentre i viaggiatori individuali sono stimati in circa 60 mila. Poca cosa rispetto al potenziale bacino stimato, secondo alcune analisi, in circa il 17% di quanti vanno in vacanza".
Tra i fruitori c'è una netta prevalenza delle donne: circa il 60% appartiene al gentil sesso. Inoltre i fruitori sono principalmente 'giovani adulti' con alta scolarità e spesso inseriti nel mondo del lavoro o delle professioni. "Vi è una selezione – spiega Davolio – legata anche ai costi di una vacanza 'responsabile' organizzata che non sono accessibili a tutti. Un fenomeno interessante – aggiunge – è quello di molte giovani coppie che scelgono la vacanza responsabile per il viaggio di nozze".
La metà degli italiani che scelgono il turismo responsabile si dirige nei paesi del sud del mondo. Si tratta principalmente di Messico, Brasile Equador, perù, Argentina, Repubblica Domenicana, Senegal, Marocco, Mali Burkina Faso, Kenia, India, Sri Lanca Vietnam, Nepal. Tra gli elementi che caratterizzano il turismo responsabile la scelta che tutti i fornitori devono essere espressione dell'economia locale. Si organizzano poi incontri con rappresentanti delle comunità locali e visite ai progetti di cooperazione, oltre al rispetto dell'ambiente, dei monumenti e della cultura locali.
L'altra metà sceglie destinazioni italiane. "La regione più attenta a questo tipo di offerta turistica – spiega Davolio – è la Toscana seguita dalla Puglia e dall'Emilia Romagna".
Tra le iniziative legate al turismo responsabile c'è il progetto 'città migrande' attivato in Italia e che presto diventerà europeo con il coinvolgimento di capitali del vecchio continente. "In pratica -spiega Davolio – viene proposta la visita dei quartieri abitati dai migranti dove degli immigrati che hanno svolto un corso fanno da guida ai turisti e spiegano la vita dei migranti facendo visitare i centri di culto, i mercati, i ristoranti etnici, le attività artigianali, ecc".
Le città italiane che partecipano al progetto sono Torino, Milano, Firenze, Genova, Roma. Si aggiungeranno presto Napoli e Palermo. Mentre a livello europeo hanno chiesto di farne parte Berlino, Parigi, Marsiglia e Barcellona. Un altro progetto di turismo responsabile è quello legato alle visite ai luoghi e beni confiscati alla mafia che permette di mangiare e pernottare nei luoghi appartenuti alle cosche e attualmente gestiti da cooperative sociali che operano nel settore agricolo e turistico.