Bray: bene discorso Letta su cultura e turismo

Tanti i nodi che il neo ministro dovrà affrontare, a partire dai tagli delle risorse

Dal restauro di Pompei, con la gestione dei cantieri finanziati dai 105 milioni della Ue, degrado che affligge la Reggia di Caserta come tanti altri beni culturali del Paese, alle fondazioni liriche in profondo rosso, in prima fila il Maggio Musicale fiorentino a rischio liquidazione. E' lunghissima la sfilza di problemi che il neo ministro dei beni culturali e del turismo Massimo Bray si troverà a dover affrontare già nelle prossime settimane.  
Lui intanto, dopo la sua prima mattina al Mibac e gli scambi di consegne con Piero Gnudi (con Ornaghi si era già incontrato domenica), arriva puntuale alla Camera per il voto di fiducia. Camicia bianca e vestito fumo di Londra, gentilissimo ma schivo, Bray entra in aula dalla porta sinistra ("mi porta fortuna", sussurra ad un amico parlamentare). Quando ne esce, una mezz'ora più tardi, spiega di avere molto apprezzato il discorso del neo presidente del Consiglio Letta e in particolare le parole dedicate alla cultura ("bisogna rilanciare il turismo, attrarre investimenti, puntare sulla cultura, valorizzare e custodire l'ambiente, l'architettura, l'arte, il paesaggio" ndr)
"Credo che siano i buoni propositi di tutto il governo", aggiunge. Anche se quando il cronista gli chiede se questo vorrà dire più risorse per il suo ministero si limita ad un "non so, vedremo".    
Ma la Uil lo incalza: "Se Bray vorrà testimoniare la sua esistenza ministeriale la prima cosa che dovrà chiedere è che al settore non vengano operati altri tagli".

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