Cicloturismo occasione sprecata, mancano piste ciclabili e hotel

Lo rivela un’inchiesta di BC, il nuovo magazine della Fiab

350 milioni di euro all'anno. È un tesoretto nascosto e non sfruttato quello che da subito potrebbe generare il cicloturismo in Italia. Lo racconta nella sua inchiesta di copertina BC, la nuova rivista della Fiab, la federazione italiana amici della bicicletta, di cui esce ora il terzo numero. Solo il Trentino Alto Adige, documenta il servizio, è oggi in grado di  soddisfare la domanda di quel popolo di appassionati della bicicletta (sono due milioni, secondo stime Fiab) che sulle due ruote decide di passare le sue vacanze e che sempre più frequentemente si dirige verso altre realtà come l'Austria, la Germania e ora anche la Slovenia, che sul cicloturismo investono con successo.
L'Italia invece rischia seriamente di essere esclusa da questo movimento che cresce in tutta Europa: non solo mancano le piste ciclabili, ma spesso anche le strutture  ricettive (fanno eccezione le 1900 censite da Fiab sul portale albergabici.it) guardano alle due ruote come a un intralcio; e dagli enti locali arriva poco o nulla in termini di sostegno e incentivi per la promozione del cicloturismo.

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