Cisalpina Research, il centro studi di Cisalpina Tours, ha condotto una ricerca sul tema delle tariffe ‘dinamiche’ degli hotel, con l’intento di capire se le nuove politiche di pricing influiscano sulle logiche di acquisto delle aziende italiane, modificando la loro attenzione alla spesa per i pernottamenti alberghieri.
La rilevazione, effettuata su base web, ha coinvolto un campione di oltre 5 mula aziende di medie e grandi dimensioni ed è stata svolta in collaborazione con Procurement Channel.
Il pricing dinamico è quello nel quale il giusto prezzo viene di volta in volta determinato sulla base di diverse variabili: giorno della settimana, prenotazione anticipata, stagione, canale utilizzato e così via. Queste politiche di pricing, basate sul concetto di revenue management, si affidano prevalentemente alla tecnologia web per ottenere una rapida analisi di mercato e far sì che le tariffe siano correttamente e costantemente aggiornate.
La ricerca ha evidenziato una consuetudine nella gestione delle prenotazioni alberghiere da parte delle aziende: quella di dotarsi di un ‘Hotel Program’, che preveda la concentrazione dei volumi di prenotazione su determinate strutture, attraverso una negoziazione centralizzata. Tuttavia la policy non risulta quasi mai interamente predeterminata, in quanto rimane un certo margine di flessibilità: il 20% degli intervistati ha dichiarato che l’Hotel Program, benché esistente, non è determinante nelle scelte d’acquisto, addirittura, una stessa percentuale dice di non avere l’Hotel Program o di non aver ancora valutato l’opportunità di una sua realizzazione.
Inoltre, è stata messa in luce la non familiarità delle aziende con le nuove politiche tariffarie degli hotel: solo il 21% degli intervistati dice di essere aggiornato sulle nuove logiche che guidano la definizione delle tariffe alberghiere, mentre il 43%’non ne ha mai sentito parlare’ e un restante 35,7% ‘non ne ha mai approfondito a pieno le opportunità’.
Dall’analisi, però è emersa una tendenza solo apparentemente in contrasto con quanto appena detto: l’idea diffusa che il web garantisca in ogni caso una maggiore convenienza. Per quasi per 47% degli intervistati l’utilizzo del web porta sicuri vantaggi economici. Più o meno la stessa percentuale ammette di utilizzare anche il canale web per ricercare soluzioni tariffarie più vantaggiose – in oltre il 50% dei casi a predominare è proprio la variabile prezzo – sebbene spesso consapevoli che questo comporti un notevole maggior onere in termini di tempo rispetto ai canali ufficiali e che le restrizioni delle tariffe web siano molto più penalizzanti (anche 100% di penale), vanificando spesso il vantaggio economico raggiunto. Il canale web è visto dai più come meno strutturato e più snello, quindi con maggiori opportunità di accedere a tariffe ‘base’.
Resistono alcune perplessità legate agli aspetti fiscali: il timore che una moltiplicazione dei canali di prenotazione e la diversificazione delle strutture prenotate possano rendere più onerosa per l’azienda le attività di recupero dell’Iva, di rendicontazione e reporting, a causa della difficoltà di mantenere un totale controllo della spesa alberghiera, che rappresenta tutt’oggi una delle voci di costo più rilevanti della mobilità aziendale.