Come viaggeranno gli italiani nei prossimi 12 mesi?

La stagione delle vacanze estive 2023 si è da poco conclusa caratterizzata, da un lato, da un mercato del turismo che ha ritrovato slancio, dall’altro, da accesi dibattiti su rincari e servizi non adeguati. SiteMinder, piattaforma aperta di commercio alberghiero nel mondo, presenta l’edizione 2023 dell’analisi Changing Traveller Report, un’indagine sui consumatori di servizi alberghieri a livello globale. La ricerca, che raccoglie le risposte di oltre 10.000 viaggiatori a livello globale, Italia inclusa, evidenzia le previsioni di viaggio per il prossimo anno, le preferenze degli utenti, i loro comportamenti e l’attitudine all’adozione delle nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale.

A livello globale, l’analisi sottolinea il proposito dei consumatori di trascorrere più tempo in viaggio (57%). Sono della stessa opinione anche gli italiani: il 58% afferma di voler viaggiare di più. Dopo la pandemia che ha visto un periodo di ‘revenge travelling’ in cui la voglia di viaggiare è stata più forte dell’aumento dell’inflazione – anche se caratterizzata da una continua limitazione dei viaggi all’estero – i risultati mostrano che per l’anno a venire, il 42% dei viaggiatori a livello globale desidera partire principalmente per destinazioni internazionali. L’attenzione a località oltreoceano si conferma anche per gli italiani, quest’anno più che raddoppiata, passando dal 19% del 2022 al 43% del 2023.

Per quanto riguarda gli alloggi, il 19% degli italiani sceglierà di pernottare in un B&B, un dato che supera di gran lunga la media globale pari all’8%, mentre il 25% ha in programma di soggiornare in catene alberghiere o in resort, anche in questo caso, percentuale che si distingue rispetto alla media globale (19%), e il 6% in boutique hotel o strutture di lusso. Tuttavia, l’aumento dei prezzi sta costringendo i consumatori ad adattarsi, e la ricerca mostra come gli italiani siano tra i più colpiti dall’inflazione.

L’88% afferma che i rincari avranno un impatto sulla scelta dell’alloggio (rispetto alla media globale dell’80%): infatti, il 26% rimarrà nella struttura preferita ma sceglierà una camera più economica, il 20% invece ridurrà il soggiorno. Nonostante ciò, l’85% dei viaggiatori italiani è disposto a spendere di più per ottenere una sistemazione di qualità, e infatti secondo il 76% degli intervistati il ‘rapporto qualità-prezzo’ è uno dei tre motivi principali per cui tornerebbe in una struttura (9% in più rispetto alla media globale). L’attenzione ai prezzi e alla qualità coincide inoltre con le nuove necessità: quasi 3 italiani su 4 affermano di avere esigenze diverse in fatto di alloggi rispetto all’ultimo anno. Lo spazio per la famiglia e gli amici è ciò che i viaggiatori del Bel Paese desiderano di più (30%), e per il 28%, è più importante ora rispetto all’anno scorso che la struttura ricettiva offra opzioni di benessere o di cura personale.

Quando si tratta di unire viaggio e lavoro, invece, il numero di persone intenzionate a farlo è sceso marginalmente dal 31% dell’anno scorso al 29% di quest’anno. Infatti, il 71% staccherà davvero la spina: mantenendo la stessa durata di vacanze, quasi il 35% dei viaggiatori si concederà una vera pausa senza lavorare; circa il 22% opterà, invece, per un soggiorno più lungo, anche in questo caso senza svolgere alcuna attività professionale, e non lavorerà neanche il poco meno 15% che ridurrà la durata del soggiorno.

Sebbene quasi il 65% dei viaggiatori italiani è più o meno propenso a tollerare standard di servizio inferiori causati dalla carenza di personale, un dato interessante messo in luce dal Changing Traveller Report 2023 di SiteMinder è che, dal punto di vista tecnologico, il settore alberghiero viene percepito in ritardo rispetto ad altri. L’85% degli italiani ritiene che il comparto sia nella media o in ritardo per quanto riguarda l’adozione della tecnologia, mentre poco più della metà concorda (51%) o è fortemente d’accordo (13%) sul fatto che l’esperienza di prenotazione e il soggiorno potrebbero essere migliori se le strutture ricettive fossero più esperte tecnologicamente.

La ricerca di SiteMinder ha anche rivelato che l’uso della tecnologia è molto diffuso tra i viaggiatori italiani.

  • Intelligenza artificiale: mentre la maggior parte dei viaggiatori a livello globale (compresi più dei due terzi dei Millennial) è disposta a utilizzare l’intelligenza artificiale per ottenere consigli sugli alloggi, sembra che gli italiani siano un po’ più cauti rispetto ad altri paesi. Solo il 33% potrebbe essere propenso o molto propenso a utilizzarla. Altro discorso invece se IA e VR vengono usate per esplorare prima di prenotare o per esperienze immersive in loco: in tal caso sarebbero favorevoli rispettivamente il 41% e il 29% degli intervistati.
  • Social media: giocano un ruolo importante nella scoperta di nuove sistemazioni. Il 61% dei viaggiatori italiani (compresi 4 Gen Z su 5) afferma che influenzano le loro scelte, soprattutto Facebook (18%) e Instagram (18%).
  • Siti web di prenotazione: mentre 3 viaggiatori italiani su 4 organizzano il proprio alloggio prenotando online, la metà afferma di aver rinunciato a una prenotazione a causa di una brutta esperienza. Siti web all’apparenza non sicuri, processi difficili e impossibilità di navigare o prenotare su dispositivi mobili sono i tre fattori principali che contribuiscono a un’esperienza negativa.

La ricerca di SiteMinder ha individuato l’identikit del viaggiatore a livello globale: quattro caratteristiche che contraddistinguono gli utenti che avranno un impatto sul settore alberghiero nel prossimo anno.

  • The enduring explorer (l’esploratore incrollabile): impegnato a viaggiare ad ogni costo. In un momento in cui le persone sono alle prese con i rincari, il viaggiatore moderno rimane determinato alla scoperta. L’eterno esploratore considera il viaggio non tanto un lusso quanto un aspetto fondamentale della crescita personale.
  • The digital dependent (il dipendente dal digitale): colui che non può fare a meno delle nuove tecnologie e dei propri dispositivi. Il viaggiatore di oggi si affida a una svariata rete di piattaforme tecnologiche prima di prendere qualsiasi decisione, compreso il luogo in cui soggiornare. Il dipendente digitale, insoddisfatto dalle esperienze online obsolete, si sta adattando ai chatbot ed è incuriosito dall’intelligenza artificiale.
  • The memory maker (il creatore di ricordi): colui che vuole investire in esperienze indimenticabili. Il creatore di ricordi è attratto dalle novità: ricerca menu ed esperienze stravaganti, e ha risparmiato per poter permettersi gli extra, oltre al costo della camera.
  • The conscious collaborator (il collaboratore consapevole): colui che desidera creare connessioni significative attraverso il suo soggiorno. Il collaboratore consapevole vede i vantaggi di una stretta comunicazione con la struttura scelta. Apprezza i lavoratori del settore e vuole avere un impatto positivo sulle comunità che visita.
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