“Nonostante vi sia carenza di dati relativi al turismo religioso e agli occupati nel settore, si tratta di un segmento di mercato non trascurabile visto che il portale Internet dedicato dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana (https://ospitalitareligiosa.it/) censisce oltre 4.000 strutture di ospitalità religiosa. Nei prossimi 5-10 anni si prevede un incremento della richiesta di professionalità esterne al mondo religioso da inserire nella gestione turistica di tali strutture”. È quanto ha affermato Fabio Rocchi, presidente dell’Ori, nell’incontro ‘Turismo religioso e ospitalità’ che si è tenuto all’Università Europea di Roma nell’ambito della manifestazione FareTurismo.
Luca Baiosto, vicepresidente nazionale del Centro Italiano Turismo Sociale, ha sottolineato il contributo sociale dell’ospitalità religiosa, praticamente sempre legata alla contribuzione economica in opere sociali e comunitarie. Secondo gli ultimi dati Istat disponibili l’1,6% dell’offerta ricettiva turistica italiana proviene dal settore dell’ospitalità religiosa.
“Il turismo religioso – ha spiegato Margherita Pedrana, vicecoordinatrice del Corso di Laurea in Turismo e Valorizzazione del Territorio all’Università Europea – rientra parzialmente nella categoria del turismo culturale, anche se, rispetto a quest’ultimo include una dinamica e un coinvolgimento spirituale molto importante. Secondo alcune stime dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, il turismo religioso vale oltre 18 miliardi di euro, con dati che parlano di circa 300 milioni di turisti religiosi nel mondo e un trend crescente verso località considerate sacre dalle differenti religioni e/o con un ricco patrimonio culturale, storico, artistico. Ma, al di là dei dati e degli impatti economici molto rilevanti anche se difficilmente misurabili – ha aggiunto – il turismo religioso ha una fortissima valenza anche dal punto di vista culturale e sociale. In particolare, ciò che conta nell’ambito del turismo religioso è sicuramente l’esperienza religiosa e turistica, che diventa fulcro del turismo religioso stesso”.