Estate da record, le sensazioni degli albergatori

Oltre ogni aspettativa: così si possono riassumere i risultati del Barometro delle strutture ricettive pubblicato da Booking.com e Statista. Se la precedente edizione, pubblicata a giugno, chiedeva alle strutture italiane in che misura prevedessero che il 2023 potesse essere l’esercizio con il fatturato più alto di sempre (allora, un modesto 41% si era dichiarato d’accordo e il 49% aveva detto di aspettarsi che la propria situazione economica potesse avere uno sviluppo positivo durante l’alta stagione), i risultati del nuovo sondaggio parlano chiaro: gli albergatori italiani si sono superati.

3 albergatori su 4 ritengono che gli sviluppi in termini di tassi di occupazione delle camere siano stati buoni o molto buoni; solo qualche mese fa, a dirlo erano poco meno della metà degli intervistati. Una percentuale simile ha segnalato un aumento significativo o molto significativo della tariffa media giornaliera delle camere, passando dal 44% dell’estate al 75% attuale.

Gli albergatori italiani sembrano essere estremamente soddisfatti dello sviluppo della propria attività negli ultimi 6 mesi, con il 76% che lo definisce buono o molto buono (rispetto al 70% dell’estate e al 68% dell’autunno 2022). Anche le aspettative sul futuro sembrano in continuo miglioramento: si è passati da appena il 36% che diceva di avere aspettative positive o molto positive nell’autunno 2022, al 49% dell’estate 2023, al 63% attuale. Da sottolineare come la percezione degli albergatori italiani rispetto all’andamento passato, presente e futuro della propria attività, nonché l’andamento dell’occupazione e delle tariffe delle camere, superino le medie UE.

A questi numeri positivi si combina una certa stabilità in tema investimenti. Il 79% degli albergatori afferma di voler continuare a investire come fatto negli ultimi 6 mesi, mentre il 15% ha in programma di aumentare gli investimenti e il 3% punta a ridurli.

Anche sul fronte della trasformazione digitale 4 albergatori su 5 dichiarano di voler continuare a investire come fatto nel primo semestre dell’anno, mentre la sostenibilità è l’unico ambito in cui persiste (seppure in calo dall’indagine precedente) una certa volontà di effettuare maggiori investimenti (23%). Anche in questo caso, tuttavia, assistiamo a una stabilizzazione degli investimenti, che vale sia per l’Italia che per il resto d’Europa.

Positività anche per quanto riguarda le politiche pubbliche: il numero di intervistati che considera positivo l’impatto di queste ultime è raddoppiato, raggiungendo il 41%, mentre la percezione dello stesso come negativo è scesa drasticamente dal 49% di qualche mese fa ad appena il 13% attuale. Le politiche relative alla tassazione, quelle sul lavoro e le politiche economiche generali sono quelle che vengono percepite in maniera più negativa dagli albergatori italiani, che sembrano invece apprezzare in particolar modo gli investimenti nel marketing di destinazione, la digitalizzazione della PA e gli investimenti nelle infrastrutture.

A livello UE, i tassi di occupazione delle camere e la tariffa media giornaliera sono aumentati in maniera più evidente per gli hotel rispetto agli affitti a breve termine. Ma anche all’interno del settore alberghiero la ripresa non è uniforme, con le strutture indipendenti che perdono terreno rispetto alle grandi catene: le seconde hanno ottenuto risultati migliori in riferimento a diversi parametri, anche se il divario è comunque in calo.

Europa e Italia sono concordi nel vedere la possibilità di offrire esperienze locali come la principale opportunità per il settore. L’importanza che viene data loro dagli albergatori italiani è aumentata notevolmente rispetto all’indagine della scorsa estate (dal 28% al 64%). Forse, man mano che le abitudini dei viaggiatori tornano alla normalità, gli albergatori vogliono cercare di distinguersi offrendo esperienze uniche e facendo leva sulla fama della cucina italiana, sull’ottimo vino e sulla bellezza del Bel Paese.

La preoccupazione per le spese di vario genere rimane alta. Crescono quelle per il costo del personale e i costi di produzione, mentre scende – pur rimanendo al primo posto – quella sui costi dell’energia.

L’intelligenza artificiale non conquista: solo l’8% degli albergatori usa applicazioni basate sull’IA e scende l’interesse a farlo in futuro (18%). Ciononostante, gli albergatori italiani non sono contrari alla digitalizzazione: il 41% degli intervistati ritiene che la presenza delle loro strutture sulle piattaforme digitali sia uno dei modi migliori per massimizzare l’occupazione delle camere, seconda solo all’offerta di sconti mirati (50%).

La terza edizione del Barometro delle strutture ricettive europee si basa su un sondaggio condotto su 1.040 dirigenti e manager del settore alberghiero in Europa. È frutto di una collaborazione tra Booking.com e Statista. Nel campione sono stati inclusi 80 intervistati provenienti dall’Italia.

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