Franceschini difende il bonus vacanze, risparmi resteranno al ricettivo

“Il fatto che a luglio e agosto siano stati ritirati 1,5 milioni di bonus vacanze e 575 mila siano stati già spesi dice che non c’è nessun flop”. Lo ha detto il ministro per i Beni Culturali e il Turismo, Dario Franceschini, rispondendo in Commissione Industria al Senato a un intervento di Daniela Santanchè di Fratelli d’Italia, che ha definito un flop la misura del bonus vacanze, perché toglie liquidità al sistema turistico. “Vorrei capire flop rispetto a cosa… – ha replicato Franceschini -. L’unico elemento di confronto potremmo averlo più avanti nel tempo, a settembre e ottobre, rispetto alle coperture previste, previste però in astratto. Abbiamo dato la possibilità a milioni di famiglie con redditi medi e bassi di fare qualche giorno di vacanza e immesso liquidità nel settore alberghiero. Nessuno degli albergatori si è lamentato di questo aspetto. Certo non è sufficiente, ma, di fronte a una crisi epocale, è chiaro che le misure pubbliche possono aiutare a attraversare il deserto ma non possono certo far tornare le imprese ai fatturati precedenti alla crisi”.

“E’ mia volontà chiedere che qualora a fine anno si verificassero risparmi sulla copertura prevista per il bonus vacanze, quelle risorse rimangano nel settore ricettivo, ha poi aggiunto spiegando che “al momento, rispetto alla copertura, siamo a un terzo della spesa già ritirata con i bonus vacanze dagli aventi diritto”e che “il dato epidemiologico condiziona i comportamenti individuali e, se i dati di settembre indurranno preoccupazione, potrebbe esserci un rallentamento dell’ipotesi di andare a farsi un weekend fuori”.

Sulle prospettive future, Franceschini ha detto che “le previsioni dell’Agenzia nazionale per il turismo dicono che si tornerà ai livelli precedenti alla pandemia nel 2023, quando è prevista una leggera crescita. Speriamo che si verifichino le condizioni per accelerare il ritorno a questi numeri”. Ha anche annunciato, per far fronte alla crisi, di voler anticipare la presentazione del piano quinquennale strategico del turismo, prima del 2022, anno di scadenza di quello attualmente in vigore.

“Dobbiamo utilizzare – ha proseguito – quello che è successo in questi mesi come indicazione sulla strada da seguire quando il turismo tornerà, perché siamo convinti che, superata la crisi, la capacità attrattiva del nostro paese rimarrà intatta o crescerà. Serve un piano nazionale per i centri minori, un investimento strutturale su sul turismo minore e lento nel paese. Poi spingere sulla crescita del patrimonio ricettivo, alberghi e non solo, per riqualificare le strutture in particolare nel Mezzogiorno, che, al di là di alcune meravigliose eccezioni, presenta strutture non all’altezza”. Il ministro ha citato anche “digitalizzazione e aggiornamento tour operator”, “la decontribuzione per gli operatori”, “la riqualificazione e il recupero dell’edilizia rurale”, “la formazione turistica per rendere qualitativamente alta l’offerta”.

“Infine il tema delle infrastrutture che metterei quasi in cima agli interventi, anche se non riguarda solo il mio ministero – ha aggiunto Franceschini -. Serve un’integrazione del sistema portuale e areoportuale con l’alta velocità. L’alta velocità non si può fermare a Salerno, sono interventi costosi ma ce la dobbiamo fare. L’alta velocità deve arrivare in Sicilia. Occorre colmare il gap infrastrutturale non solo tra Nord e Sud ma anche tra Adriatico e Tirreno”.

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