Il nuovo ministro del Turismo Massimo Garavaglia, della Lega, affida alla stampa le sue dichiarazioni programmatiche per rilanciare il settore che è “la prima industria del Paese, con 4 milioni e mezzo di addetti e che ha ampi margini di miglioramento e sviluppo”.
“Non dobbiamo più lasciare un solo centimetro ai nostri competitors -dice intervistato dal Corriere della Sera – dobbiamo agire in due fasi: la prima è tenere in vita nell’immediato l’azienda turismo. Quindi un decreto ristori con normative adeguate, con aiuti in conto capitale, con facilitazioni per le ristrutturazioni, con l’allungamento dei termini per i prestiti erogati, con il sostegno attraverso le politiche per il lavoro per chi è in difficoltà. Poi, una volta governata l’emergenza tenendo in vita più aziende possibile, dobbiamo contare sul fatto che c’è la certezza che in un Paese come l’Italia il turismo ripartirà. E allora va migliorata la competitività di un comparto che purtroppo dal 2010 al 2019 è cresciuto solo del 4%. Dobbiamo fare sistema, parlando con una sola voce – rileva – ho già sentito il presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini e vedrò quello dell’Anci De Caro per quanto riguarda soprattutto le città d’arte. Bisogna migliorare la nostra capacità di promozione, di attrazione. Serve riaprire – continua – bisogna essere pragmatici, non ideologici. Non si deve ripartire se non esistono le condizioni sanitarie per farlo, ma si deve agire in maniera ordinata e coordinata”.
E intervistato a Sky TG24, ha aggiunto: “la prima cosa che vorrei fare lunedì (oggi 22 febbraio, ndr) è firmare con le Regioni un protocollo che faccia vedere che si lavora tutti insieme, in squadra, per promuovere l’Italia nel mondo”. Quindi ha concluso: “per far ripartire il turismo italiano, bisogna fare una cosa: fornire i vaccini a tutti perché il mercato è molto competitivo. Chi chiude prima il percorso della vaccinazione ha un vantaggio. L’Europa deve vincere insieme”.