L’estate per il turismo, secondo i numeri del ministero e di altri organismi, sta “andando benissimo”, “si avvicina e forse va oltre quella record del 2019”, “sono tornati gli americani con numeri da capogiro”, ma “bisogna impedire la chiusura delle attività schiacciate dai costi dell’energia. Per queste ragioni, la soluzione auspicabile sarebbe un credito d’imposta per le imprese turistiche, termali, della ristorazione calcolato sull’incremento dei costi da settembre 2021 e settembre 2022”. É la proposta di Massimo Garavaglia, ministro al Turismo, in un’intervista a Libero.
Secondo l’esponente della Lega, “un credito d’imposta così costruito potrebbe essere utilizzato per la decontribuzione del personale nel periodo ottobre 2022/marzo 2023. In questo modo, le strutture turistico ricettive rimarrebbero aperte, garantendo posti di lavoro e Pil”. “L’alternativa – afferma – sarebbe la chiusura. Il turismo è un’industria composta da aziende che devono far quadrare il conto economico. L’aumento dei costi dell’energia sta facendo saltare i bilanci”.
Quanto ai numeri, il ministro segnale che “i tassi di prenotazione delle stanze delle strutture ricettive (hotel, campeggi, B&B) viaggiano in media intorno al 70%, con punte del 90%”, ed “è stata una stagione da record” per il turismo dall’estero”, con il ritorno degli americani e un possibile allungamento della stagione, visto che le prenotazione di voli dalla Germania “crescono del 77% in settembre”.