Nei primi 7 mesi del 2011 i dati provvisori sul turismo italiano evidenziano un crescita del 5,8% degli arrivi e un incremento dell'1,8% delle presenze: lo ha reso noto il ministro del Turismo Piero Gnudi nel corso di una audizione in Commissione Industria al Senato. In ogni caso, ha osservato il ministro, "se è vero che il settore continua a crescere è altrettanto vero che la quota italiana di mercato tende a diminuire, infatti, essa è calata in 10 anni dal 6,1 al 4,5%". Nei prossimi 10 anni, ha ricordato, "secondo le stime dell'Unwto il fatturato del turismo dovrebbe passare da 800 a 1.400 miliardi di dollari".
In questo contesto, secondo Gnudi, da qui al 2020 anche in Italia il turismo può contribuire alla creazione del 18% del Pil, vale a dire il 5% in più rispetto all'attuale 13% e nel complesso potrà dar lavoro a circa 1,6 milioni di persone.
Ma in termini generali, ha osservato il ministro, è necessario "concentrarsi su un numero ridotto di progetti integrati, più che disperdere le risorse in troppe azioni che rischiano di non raggiungere la dimensione minima per rivolgersi ai mercati internazionali". Per questa ragione, ha annunciato, "intendo definire insieme alle Regioni, un coordinamento tra livello centrale e periferico", ma anche definire a quali segmenti del mercato rivolgersi, scegliere quali prodotti vendere e come collocarli e valutare "come stimolare la crescita delle imprese, ad esempio dando impulso alla costituzione e realizzazione dei distretti turistici". Secondo Gnudi inoltre "l'azione promozionale del nostro Paese e al momento frammentata in molteplici iniziative locali che non riescono a fare sistema e a realizzare utili sinergie".