Nel 2010 i turisti cinesi all'estero sono stati 54 milioni di persone, per un giro di affari di 40 miliardi di euro e si stima che stima che nel 2015 potrebbero diventare 130 milioni, con un giro d'affari di 110 miliardi di euro. I dati, appena diffusi dall'Accademia Cinese del Turismo, sono stati resi noti dal ministro per il Turismo Piero Gnudi, nel corso di una tavola rotonda promossa dall'Osservatorio parlamentare per il turismo. "La nostra quota su questi flussi nel 2010 – ha detto però il ministro – è stata minima, certamente non all'altezza della reputazione turistica del nostro Paese".
"I cinesi, oggi, – ha sottolineato il ministro – arrivano agli aeroporti di Francoforte, Parigi e Londra e portarli poi in Italia non è facile. Se non facciamo subito qualcosa sarà sempre più difficile, perché tour operator, agenzie di viaggi e alberghi all'estero prenderanno nel frattempo accordi". D'altra parte, ha osservato il ministro, "andare in Cina per pubblicizzare le singole Regioni vuol dire buttare via i soldi. Le Regioni devono lavorare tutte insieme e l'Enit deve essere il braccio operativo della promozione dell'Italia all'estero".