Cresce camper sharing ma serve normativa più flessibile

Nel 2024 sono stati più di 100 mila gli italiani interessati a trascorrere una vacanza itinerante: di questi, però, 6 su 10 hanno dovuto rinunciare per mancanza di veicoli, una perdita economica per il turismo e i settori correlati, come la ristorazione e le attività locali, ma anche per l’industria della produzione dei camper.

In Italia, infatti, solo lo 0,8% dell’intero parco circolante (250.000 veicoli circa) è disponibile su piattaforme di camper sharing, un numero esiguo soprattutto se comparato a quello degli altri Paesi europei: basti pensare che in Portogallo il 20% dei proprietari di camper noleggia il proprio mezzo tramite piattaforme; in Spagna il 6,5%, in Olanda il 3,8%. I dati di Yescapa, dunque, parlano di un potenziale alto per il settore, ma non soddisfatto, sollevando diverse riflessioni sulle tendenze di mercato e sull’impatto economico del camper sharing in Italia: in quest’ottica, lo studio “Mi camper es tu camper”, condotto dall’Istituto Bruno Leoni, ha evidenziato la necessità di una nuova normativa in Italia per sfruttare una risorsa ancora inesplorata.

Il fenomeno del camper sharing riflette una tendenza crescente tra i viaggiatori, italiani e non, che decidono sempre più spesso di trascorrere le vacanze on the road, scegliendo un’esperienza molto diversa rispetto al turismo di massa che congestiona le città.  Allo stesso tempo, i proprietari di veicoli privati trovano diversi vantaggi nel condividere il proprio mezzo, come la riduzione dei costi di mantenimento del proprio camper e la possibilità di ammortizzare l’investimento iniziale, fattori che stimolano il settore verso la produzione di veicoli più nuovi ed efficienti, con ricadute positive anche sul fronte della sostenibilità ambientale (più della metà dei mezzi che sono oggi in circolazione appartiene a classi Euro 0-3).

“Un intervento per rimuovere i limiti alla locazione tra privati dei camper in Italia è auspicabile per due ragioni: da una parte non esiste un motivo giuridico che giustifichi il divieto di sfruttare liberamente la proprietà privata, dall’altra il camper sharing rappresenta una nicchia che merita tutela, in quanto collegata a diversi altri settori di mercato. E per risolvere la questione, è indispensabile distinguere chi noleggia il camper per professione e chi, come privato, desidera affittare il proprio per coprire, ad esempio, i costi di gestione e manutenzione. Rischiamo di perdere un’ottima opportunità per promuovere un turismo sostenibile e itinerante, capace di decongestionare le città e favorire la scoperta delle aree meno battute d’Italia”, ha detto Dario Femiani, Country Manager Italy di Yescapa.

L’attuale normativa, infatti, è restrittiva e obsoleta, e limita la possibilità di diffusione del camper sharing, circoscrivendo la possibilità di locazione di veicoli ricreativi a chi svolge tale attività come impresa, con iscrizione nel registro delle imprese e i necessari requisiti, tra cui veicoli classificati a uso noleggio. I privati, invece, possono utilizzare solo il comodato d’uso, soggetto a forti limitazioni, con un’applicazione controversa che rischia di essere confusa con una vera e propria locazione. Sarebbe necessaria, inoltre, anche l’introduzione di un regime fiscale semplificato ad hoc, che esenti da tassazione i guadagni modesti che derivano dalla condivisione del camper.

Una situazione simile, infatti, è quella del noleggio occasionale di imbarcazioni da diporto, regolamentato dal Codice della nautica da diporto modificato nel 2012 che permette ai proprietari, anche non professionisti, di noleggiare le proprie imbarcazioni, incentivando il turismo nautico. Questa normativa rappresenta un precedente utile, poiché consente ai privati di sfruttare i propri beni per un uso non commerciale e disciplina aspetti come il contratto di noleggio e l’assicurazione, temi rilevanti per eventuali regolamentazioni anche nel settore del camper sharing.

Lo studio ‘Mi camper es tu camper’ è disponibile nella versione integrale a questo link.

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