Vale 15 miliardi di euro il turismo medicale e del benessere in Italia, ma con una strategia di medio-lungo periodo e progettualità concrete potrebbe crescere notevolmente. L’Italia infatti, soprattutto grazie alla sua particolare conformazione geologica, è tra i Paesi europei con il maggior numero di stabilimenti termali e con acque dalle eccezionali proprietà curative. Vanta 326 stabilimenti termali che accolgono ogni anno 3,9 milioni di clienti (di cui il 12% stranieri); il 90% dei siti è in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale e 1 centro su 3 ha attiva una convenzione con Inps/Inail per l’erogazione delle cure termali.
Di questo si è discusso nel corso del convegno ‘Turismo Sanitario in Italia’, che si è tenuto al Palacongressi di Rimini nell’ambito dell’Hospitality Day a cui hanno partecipato il ministro del turismo Massimo Garavaglia e il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. L’evento è stato organizzato da Federterme Confindustria che ha lanciato anche la piattaforma web ‘Italycare – Wellness and Health’.
“Tutto il turismo – ha detto Garavaglia – deve tornare a fare pil. Quello sanitario in particolare ha enormi margini di miglioramento e prevede prestazioni che possiamo dare di elevata qualità. Inoltre rispetto alla concorrenza abbiamo i “fondamentali” migliori (la nostra arte, la nostra cultura, i nostri siti Unesco sono imbattibili) e poi le nostre specialità mediche sono eccezionali. Anche le terme sono molto differenziate e con delle storie dietro e curano moltissime patologie”.
Secondo il ministro l’Italia può fare varie cose per migliorarsi. “Partiamo dal Bonus terme che partirà tra poco – ha detto – e secondo me sarà un gran successo. Bisogna che facciamo un conto di quanto renderanno questi 50 milioni e eventualmente metterli a regime. Poi investire per il miglioramento delle strutture, mi auguro che già questa settimana presenteremo il decreto su cui abbiamo lavorato che prevede due miliardi di tax credit che diventano 4 con l’effetto leva. E poi l’hub digitale in cui inserire tutto e in questo dobbiamo ‘copiare’ le nazioni più brave di noi”.
Anche Sileri si è detto molto soddisfatto del progetto. “Sto per istituire al ministero – ha annunciato – un tavolo che vede ricerca, formazione e tutti quelli che sono i percorsi di cura (ma anche di ricerca) con l’idea di mettere in rete le strutture affinché si possa creare anche una sinergia con i nostri IRCCS che rederebbe l’Italia a questo punto leader nel mondo con le strutture che ha”.
“Il progetto di turismo sanitario e del benessere, come ha riconosciuto il ministro Garavaglia – ha spiegato Massimo Caputi, presidente di Federterme – è un asset importantissimo per il Paese. Dobbiamo generare enormi flussi di incoming dai paesi del Nord Europa verso l’Italia, Paesi che oggi vanno verso Spagna, Portogallo e Croazia. Nel turismo sanitario l’Italia ha talenti e competenze ma manca l’organizzazione. Con il progetto di Federteme con il supporto del ministro del turismo e della sanità la doteremo di un’organizzazione funzionale a rilanciare questo settore”.
“In Italia ci sono tanti tipi di turismo e il turismo sanitario è uno di quelli in cui l’Italia eccelle ma non sfrutta ancora del tutto le proprie disponibilità. E attorno a questo tipo di turismo c’è tutto un mondo che può essere sviluppato e può diventare un volano per un turismo di qualità e destagionalizzato” ha concordato Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria.