Influenza, Messico chiude anche i 175 siti archeologici

Fino a nuovo ordine porte chiuse ai turisti anche nelle aree monumentali

Dopo scuole, università, stadi, ristoranti e musei, da ieri il Messico ha sigillato anche tutti i siti archeologici del paese aperti al pubblico, ben 175. Una decisione ritenuta chiave sul fronte della prevenzione contro la febbre suina ma che sarà un duro colpo per il turismo e l’economia del paese. La misura che blocca l’accesso nei meravigliosi siti pre-ispanici del paese è stata presa “fino a nuovo ordine” e “conformemente alle disposizioni sanitarie federali”, a causa del rischio di contagio della nuova influenza. I turisti presenti nel paese, quelli che sono cioè rimasti in Messico e che non si sono fatti intimidire dalla minaccia-virus, dovranno quindi attendere per visitare le aree archeologiche, a partire dalle piramidi di Teotihuacan, vicino alla capitale, e di Chichen Itza, l’antica città Maya nella penisola dello Yucatan, oppure i resti di El Tajin, nello stato di Veracruz (sulla costa del Golfo del Messico) e quelli di Palenque (Chiapas).
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