Il numero dei turisti italiani che hanno viaggiato in Israele finora nel 2018 “è cresciuto del 40% rispetto allo scorso anno, 80% rispetto a due anni prima”. Il dato è stato riferito da Amir Halevi, direttore generale del ministero del Turismo di Israele, che ha incontrato i media a Roma in occasione della presentazione della mostra fotografica “Sguardo su Israele. Storia tra città e deserto”.
L’anno scorso è stato un anno record di turismo in Israele. “Per la prima volta abbiamo raggiunto i 3,6 milioni di turisti” e quest’anno “continuiamo con questo trend, con un numero vicino ai 4 milioni”, ha sottolineato Halevi annunciando che “il prossimo anno, il deserto del Negev sarà il nostro nuovo brand, dopo Tel Aviv e Gerusalemme”
“Il prossimo anno – sottolinea poi – apriremo il secondo aeroporto internazionale di Israele” di Eilat-Ramon, che “per noi sarà una grande opportunità per promuovere il deserto del Negev, con circa 70 voli diretti in inverno dall’Europa”. Un luogo dal “grande potenziale”, soprattutto in inverno: con “il 100% di giorni senza pioggia, una temperatura tra i 20-25 gradi di giorno e 15 gradi di notte”, quello del Negev è “un clima perfetto per andare in bici, per fare camminate. Questa è la nostra visione per il futuro: renderlo una vacanza alternativa per l’inverno”.
Attualmente sono 86 i voli diretti settimanali verso Israele che partono da cinque aeroporti italiani. Nel periodo gennaio-agosto 2018, dall’Italia sono stati registrati in Israele circa 93.300 arrivi turistici, con un aumento del 40% rispetto allo stesso periodo del 2017 (66.700). Nel 2017 erano stati 107.700 gli arrivi italiani (esclusi visitatori in giornata e crocieristi), una crescita pari al +26% rispetto al 2016 (+28% rispetto al 2015), risultati che hanno posizionato l’Italia al quarto posto tra i mercati europei per numero di arrivi e all’ottavo posto a livello globale.
Nel 2017 in Israele, per la prima volta, le entrate derivanti dal turismo incoming hanno superato la soglia di 4.6 miliardi di euro, creando circa 25.000 nuovi posti di lavoro. Dall’inizio del 2018, il settore ha contribuito con oltre 362 milioni di euro all’economia del Paese.