Il turismo rappresenta uno dei settori più importanti dell’economia mondiale. Nel 2017 l’Europa si è confermata leader del mercato mondiale e l’Italia – il quinto Paese più visitato al mondo – ha visto crescere il proprio giro d’affari a 174 miliardi di euro (+10 miliardi rispetto al 2016). La crescita del turismo sembra aver ridato linfa anche al settore alberghiero, che mai come negli ultimi anni ha dovuto elaborare nuove strategie di mercato per competere con i nuovi colossi dell’homesaring che hanno cambiato e stravolto le regole del gioco.
In media, ogni anno, il 31% delle stanze di hotel resta inoccupato, ma avere stanze libere comporta un costo fisso per le strutture. Calcolando i necessari servizi di pulizia e le altre uscite fisse (acqua, elettricità, licenze e permessi), ogni camera libera costa in media 31 euro al giorno agli hotel tre stelle e 46 euro agli hotel quattro stelle, arrivando addirittura a 62 euro per gli hotel di lusso, categoria cinque stelle.
“Per contenere i costi di struttura, i gestori di hotel possono ora appoggiarsi a BYHOURS come nuovo canale di vendita, complementare e parallelo alle prenotazioni tradizionali, unendo la regolare attività giornaliera alla possibilità di occupare stanze vuote e sfruttando al massimo il potenziale della propria offerta alberghiera”, afferma Guillermo Gaspart, co-fondatore di BYHOURS.
BYHOURS ha calcolato che l’utilizzo della formula pay-per-use e del cosiddetto microstay avrebbe un impatto notevole sul settore alberghiero italiano, consentendo un potenziale aumento dei ricavi stimati fino a 11,7 milioni di euro al giorno in Italia.
BYHOURS si pone come facilitatore per tutti quegli albergatori alla ricerca di strategie creative e intraprendenti per competere con Airbnb e le altre piattaforme affittacamere che hanno severamente colpito il settore alberghiero negli ultimi anni.