A poche ore dall’apertura della fiera di Rimini di TTG Travel Experience, dal 9 all’11 ottobre, il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca stila un primo bilancio della stagione estiva ormai conclusa. “Il 2023 – spiega Bocca in un’intervista all’ANSA – è stato un anno straordinario per il turismo in cui, devo dire, hanno tirato tutti i mercati, sia il mercato internazionale (americano in particolare) sia quelli europeo e italiano. Quest’anno la situazione è un po’ diversa: abbiamo avuto un mercato americano che ha continuato a performare e viceversa il mercato italiano e il mercato europeo che hanno cominciato a mostrare i primi segni di rallentamento. La città d’arte dovrebbero fare lo stesso risultato dell’anno scorso, mentre il mare ad esempio o le città meno frequentate dal pubblico a stelle e strisce avranno dei segni meno rispetto al 2023, ma comunque superiori al 2019 e quindi non è stato un anno assolutamente negativo”.
Bocca riconosce che in concomitanza con le elezioni americane a novembre sarà fisiologico un blocco da fine ottobre del mercato Usa, mentre l’anno scorso a novembre c’era stato tantissimo movimento: “r quindi le città d’arte rispetto al novembre 2023 sicuramente avranno un calo, ma non ci possiamo lamentare, erano comunque tutte cose attese”.
Secondo il presidente di Federalberghi bisogna evitare sia il tono tronfalistico sia il piangersi addosso: “Raccomando sempre di riportare le cose alla realtà, anche perché poi non appena si dice il turismo va bene, ecco spuntare l’aumento della tassa di soggiorno. Questo è un Paese in cui andare bene non è sempre una cosa positiva. Su questo bisogna ragionare: non stiamo parlando degli extra profitti delle banche, il turismo sta andando bene e si sta rialzando dopo gli anni del Covid in cui le aziende sono state chiuse, non è il momento questo per mettere ancora tasse”.
Bocca ammette di essere molto preoccupato per le tensioni internazionali: “Le guerre in primis, oggi di quella in Ucraina non si parla quasi più, anche se continua, e siamo tutti preoccupati per il conflitto in Medio Oriente, perché ovviamente qualora Israele dovesse entrare in guerra con paesi tipo l’Iran, probabilmente l’America sarebbe costretta a intervenire. La paura per il 2025 è unicamente legata a questo”.
Per il resto invece il turismo, secondo il presidente degli albergatori, sembra che abbia preso una una “deriva positiva”. Infine Bocca non può evitare un tema che sta molto a cuore alla categoria, ovvero quello degli affitti brevi: “Su questo tema ci vuole più coraggio, come ad esempio ha fatto Barcellona che ha detto ‘dall’anno prossimo si bloccano le licenze’. Sicuramente il Codice Identificativo Nazionale (Cin) è un passo avanti, ma non basta, non è la soluzione dei problemi. Non si può fare di tutta l’erba un fascio e paragonare un borgo al centro storico di Firenze. Serve una legge quadro nazionale e poi dare la possibilità ai sindaci dei vari Comuni di organizzarsi a seconda della loro situazione”.