Nautica, tassa stazionamento diventa tassa di possesso

La novità fortemente voluta dal comparto nel decreto liberalizzazioni

Alla fine il mondo della nautica italiana è riuscito ad evitare il peggio. Il decreto liberalizzazioni contiene infatti un'importante novità: la tassa di stazionamento per i proprietari di imbarcazioni da diporto diventa tassa di possesso. La tassa diventa dunque un'imposta annuale, da pagarsi in quanto cittadini italiani possessori di una imbarcazione o nave da diporto, a prescindere dalla bandiera e dal paese di utilizzo. Inoltre si potrà affittare occasionalmente il proprio mezzo pagando una tassa unica del 20%.
"Il nuovo testo introduce norme molto attese nel settore – spiega il senatore Enrico Musso, uno degli estensori degli emendamenti – perché semplificano le attività di noleggio e stoppano la fuga degli yacht dai nostri porti turistici verso quelli stranieri fiscalmente più convenienti. La liberalizzazione del noleggio occasionale non 'trasformerà' l'unità privata in commerciale e questo potrà semplificare le attività economiche generando occupazione senza alcun onere per lo Stato. La trasformazione, senza costi per l'erario, dell'imposta di stazionamento – conclude Musso – farà sì che la nuova tassazione sia legata alla proprietà dell'unità da diporto e non al suo stazionamento in un porto italiano scongiurando, in questo modo, il rischio della fuga di italiani e soprattutto stranieri dai nostri porti turistici verso quelli dei paesi limitrofi".   
Per Ucina Confindustria Nautica si tratta di un'iniezione di fiducia per l'intero comparto. "Il governo ha valutato con molta attenzione le nostre istanze – ha affermato Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina Confindustria Nautica – in particolare la parametrazione annuale, l'agevolazione delle nuove immatricolazioni e la tutela dei possessori di barche usate da almeno 5 anni".

 

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