Niente vacanze invernali per 9 italiani su 10

Isnart rileva rallentamento delle prenotazioni e una spesa turistica totale di 3,3 mld di euro

La ripresa sperata non ci sarà neppure nel 2013. Almeno non nei primi mesi del nuovo anno secondo le rilevazioni dell'Isnart. Il numero di italiani che a dicembre 2012 hanno pianificato una vacanza per i primi tre mesi del 2013 sono 5,7 milioni, pari all'11,2% della popolazione, in calo dai 9,1 milioni del 2011 ai 6,5 milioni di ora. Dunque, in base ai dati contenuti nell'ultimo numero di 'Impresa turismo', 9 italiani su 10 hanno deciso di attendere e non hanno ancora programmato la vacanza. E' in particolare il mese di marzo ad apparire troppo lontano per pianificare (già) una futura vacanza, soprattutto nell'incertezza politica che ad oggi gli italiani stanno vivendo e che potrebbe incidere nelle scelte e nei budget di spesa. 
Inoltre, appare difficile pianificare così in anticipo una vacanza per la Pasqua, che nel 2013 cadrà il 31 marzo. Fattori, questi, che fanno dimezzare le intenzioni di viaggio per il mese di marzo, così che con un calo del -14,4% delle vacanze di gennaio (fuori festività) e nonostante una consolidamento a febbraio (+2,6%) portano le vacanze dell'intero trimestre al -28,6% rispetto all'anno precedente. Un calo a discapito dei soggiorni nelle destinazioni italiane (-37,8%) rispetto a quelle pianificate per l'estero (-11,6%), portando un ridimensionamento del peso delle destinazioni italiane.
Inoltre, sempre secondo l'Isnart, per le vacanze invernali del 2013 gli italiani spenderanno 441 euro in Italia, 591 euro all'estero, per un totale di spesa turistica di 3,3 miliardi di euro di cui 1,6 miliardi di euro resterà in Italia e 1,7 miliardi di euro spesi all'estero.  Così come per le festività natalizie, anche per il primo trimestre 2013 sono la montagna in Italia (46,7% dei soggiorni in Italia) e le città d'arte italiane (28,4%) e all'estero (70,3% di quelli oltre confine) le mete più gettonate dagli italiani.   
Il rallentamento delle prenotazioni colpisce in particolare gli hotel (-6% costante nel trimestre) ma anche tutto il comparto extralberghiero, con l'unica eccezione degli andamenti registrati nei villaggi e nelle case per ferie.

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