Nuova tegola sul turismo, il redditometro uccide i viaggi

Ma non interessa solo il lusso e i 5 stelle, colpite anche le piccole prenotazioni

Non bastava la crisi. Ci si mette pure il redditometro che per operatori turistici e agenzie di viaggio rappresenta un nuovo disincentivo per gli italiani a viaggiare. Negli ultimi mesi, infatti, il giro d'affari del settore ha avuto un crollo del 20%. "Tutti questi accorgimenti per controllare l'evasione – sottolinea Fortunato Giovannoni, presidente della Fiavet – finiscono per scatenare la psicosi: ognuno teme di finire nel ciclone. Si tratta di misure sbagliate, che appesantiscono il sistema, lo mettono fuori mercato e soprattutto non ottengono i risultati sperati".
E il redditometro, per gli operatori del mondo del turismo, va ad aggiungersi alle tante misure che, senza volerlo, già hanno 'gravato' il turismo, dalla tassa di soggiorno all'impossibilità di pagare con contante per cifre che superino i mille euro. "Questo strumento limita le libertà individuali e ovviamente danneggia il turismo – sbotta Luca Patané, presidente del Gruppo Uvet e di Federviaggio – come categoria siamo stufi di questo grande fratello fiscale. Le aziende del settore dovrebbero farsi sentire di più".     
Dello stesso avviso anche Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo-Confesercenti: "Il redditometro è uno strumento che finisce per mettere in difficoltà i buoni contribuenti ma finché interessa solo il lusso può anche starci bene. Guai però a mettere il naso sulle piccole prenotazioni: finirebbe per essere dannosissimo".
Per Giovannoni, in verità il 'naso' sulle piccole prenotazioni il redditometro lo avrebbe già messo. "Sta intaccando i viaggi anche del ceto medio o medio- basso – dice il presidente di Fiavet – tanto che abbiamo un decremento degli affari a due cifre, da un minimo del 14 fino ad un meno 20%. La verità è che il redditometro non può per esempio tenere conto del fatto che c'é gente che, pur di partire, è disposta a mangiare pane e latte tutte le sere…".    
Giorgio Palmucci, presidente dell'Associazione Confindustria Alberghi ritiene che ad essere maggiormente colpiti dal redditometro siano i titolari di alberghi e resort a cinque stelle. "Psicologicamente incide sui clienti di alto livello – spiega – anche perché se ne sta facendo uno spauracchio eccessivo". Palmucci non è ottimista rispetto al 2013: "non vedremo nessuna variazione rispetto al 2012, e molto dipenderà dagli esiti delle elezioni, ovvero se ci sarà un nuovo governo o un Paese ingovernabile. Certo, mi auguro la ripresa ma l'incertezza odierna non ci fa sperare bene…".

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