“In Italia il settore dell’hotellerie sta attraversando una fase di forte dinamismo e di grandi trasformazioni. Con solo il 21% dello stock di camere alberghiere legate a un brand, l’Italia è oggi tra i paesi europei con la penetrazione di brand più bassa. Indubbiamente, questa rappresenta una grande opportunità sia per riqualificare lo stock esistente sia per i nuovi sviluppi o conversioni. Caratterizzata da livelli di domanda e performance elevate, soprattutto nei mercati primari e secondari, l’Italia è infatti da sempre un target primario per i maggiori gruppi alberghieri”. È la riflessione del Team Hotels di CBRE Italy riguardante l’andamento del settore alberghiero italiano nel 2023.
“Le opzioni a disposizione di proprietari e sviluppatori in termini di brand e di concept sono molteplici e in costante aumento. Basti pensare che negli ultimi dieci anni, le otto principali catene alberghiere attive in Europa, hanno più che triplicato il numero di brand e quindi il numero di concept disponibili all’interno del loro portafoglio. Ciò vuol dire che, oggi più di ieri, è possibile identificare un brand specifico e adatto a qualsiasi tipologia di albergo, in base al suo posizionamento commerciale, alla sua offerta di servizi e più in generale in base alla sua proposizione commerciale.
Avere molti più brand disponibili non vuol dire solo maggiore scelta per i proprietari e sviluppatori di hotel, ma anche una maggiore competizione tra i brand. E proprio quest’ultima, ha fatto in modo che i termini commerciali oggi ottenibili sul mercato, a fronte di un processo competitivo e a prescindere dalla tipologia contrattuale identificata, siano decisamente migliori e maggiormente protettivi per la proprietà rispetto al passato. La combinazione di una bassa penetrazione dei brand, unita a performance elevate e un forte focus sul mercato italiano fanno sì che i proprietari di hotel saranno in grado di ottenere condizioni contrattuali migliori dalle catene alberghiere e una strategia di branding di tipo “tailor made” sulle caratteristiche intrinseche dell’hotel, in modo da massimizzarne le performance e differenziare l’offerta.
Infine, non possiamo non menzionare anche i contratti di management. Questi, infatti, stanno registrando una grande ascesa, grazie anche agli importanti sviluppi del settore lusso, in primis nelle città di Roma e Venezia, perché sono lo strumento che meglio valorizza la componente immobiliare del segmento lusso e ultra-lusso, dove solitamente gli hotel sono trophy asset, in super-prime location, quindi con una maggiore stabilità della performance per definizione”, conclude il Team Hotels di CBRE Italy.