Parigi, ecco la guida che insegna ad accogliere i turisti

Si punta a frenare la loro cattiva fama con informazioni sulle diverse nazionalità

Lottare contro la cattiva reputazione dell'accoglienza a Parigi e insegnare loro come essere cortesi con i turisti. Con questo obiettivo la camera di commercio e il comitato per il turismo della regione Ile-de-France hanno lanciato la campagna 'Do you speak touriste'. "Bisogna fare in modo che le professioni legate al turismo siano più preparate per rispondere in modo efficace ai desideri dei clienti stranieri", spiega Jean-Pierre Blat, direttore generale del comitato regionale del turismo.       L'esperto spiega che non si può "accogliere allo stesso mondo un giapponese o un italiano, ci sono dei codici culturali da rispettare, bisogna adattarsi".
Da oggi, è dunque cominciata la distribuzione a commercianti e operatori turistici di una guida contenente preziose informazioni sulle diverse nazionalità: natura degli acquisti, durata del soggiorno, codici di comportamento. Nell'opuscolo, i commercianti troveranno in diverse lingue, tra cui l'italiano, la traduzione di espressioni base come 'buongiorno', 'benvenuto', 'grazie', 'arrivederci'. Su internet é inoltre già fruibile il sito 'Doyouspeaktouriste.fr'.
Nella parte dedicata ai visitatori del Belpaese, è scritto che gli italiani si caratterizzano, tra l'altro, "per simpatia e raffinatezza", sono sensibili a "un buon rapporto qualità/prezzo" e apprezzano in modo particolare "una piccola attenzione fatta ai loro bambini". I loro monumenti preferiti sono, in ordine, Notre Dame de Paris, la Tour Eiffel, l'Arco di Trionfo, il Sacro Cuore di Montmartre, e il Museo del Louvre. Si danno facilmente del "tu" e apprezzano chi parla la loro lingua e una stretta di mano. E ancora: gli italiani che vanno a Parigi viaggiano principalmente in coppia (34,3%) o soli (27%). Solo il 5,1% sceglie un viaggio organizzato. 
Quanto ai tedeschi, "hanno bisogno di costanza". E nella capitale francese ricercano una "destinazione romantica, con un marcato interesse per la gastronomia".
Gli americani sono supertecnologici e sempre alla ricerca di connessioni wi-fi per la ricerca di informazioni". I giapponesi sono "esigenti e discreti". Tra loro, avverte il sito, "la stretta di mano è rara, i piccoli inchini molto frequenti". Ma attenzione: "se non sono soddisfatti, non si lamenteranno mai, ma una volta tornati in Giappone non risparmieranno critiche".

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