Nonostante i venti di guerra e di crisi economica, nel 2022 è in piena ripresa il turismo. Come dimostrano treni e aerei strapieni. A fine anno si potrebbe addirittura superare a livello globale quanto accaduto nel 2019, pre pandemia. E, insieme al turismo, cresce anche il settore immobiliare degli alberghi, che già era in fase positiva prima del covid. Gli investimenti immobiliari mondiali in dodici mesi sono più che raddoppiati rispetto al 2020, sfiorando quota settanta miliardi di euro, con interesse disomogeneo per localizzazione relativa, ambiti urbani, luoghi di villeggiatura e livello delle strutture. In Europa il mercato immobiliare alberghiero ha chiuso il 2021 con un fatturato di 21,2 miliardi di euro e si prevede un rialzo a 26,6 miliardi nel 2022. Trend confermato anche in Italia con un fatturato 2021 di 2,5 miliardi di euro che si prevede in aumento nel 2022 a 3,1 miliardi. Sono questi alcuni dei dati dal Rapporto 2022 sul mercato immobiliare alberghiero, presentato a Milano nel corso di Hospitality Forum 2022, organizzato da Castello SGR (uno dei più importanti investitori in questo segmento) e Scenari Immobiliari.
“Dopo un 2021 in cui si è intravisto un percorso di ripresa – afferma Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari, in apertura dei lavori di Hospitality Forum, giunto alla quarta edizione – gli obiettivi di flessibilità e versatilità saranno il driver del 2022 e del prossimo biennio perché rispondenti alla domanda del ‘nuovo viaggiatore’: lavoratore non organizzato, turista frequente, escursionista destagionalizzato. Un diffuso aumento dei pernottamenti, tassi di occupazione da record per alcuni periodi dell’anno, lo sviluppo del segmento ‘bleisure’, della concomitanza di viaggi di lavoro e piacere, il moltiplicarsi di occasioni di vacanza breve per recuperare parte del tempo perso sono elementi che portano ottimismo. Restano, tuttavia, alcuni elementi che potrebbero avere un impatto negativo sul comparto, come eventuali nuove ondate di contagi, incremento dell’inflazione, costo dell’energia e aumento dei prezzi dei soggiorni, carenza di manodopera, lentezza nella ripartenza del turismo delle fiere e dei meeting”.
“L’andamento del mercato turistico e alberghiero in Europa e in Italia – aggiunge Giampiero Schiavo, amministratore delegato di Castello SGR – evidenzia una grande vitalità e questo è senza dubbio una bellissima notizia. Noi operatori, insieme alle istituzioni nazionali e locali, abbiamo il dovere di accompagnare la ripresa rispondendo alle nuove esigenze dei viaggiatori e offrire loro una experience di maggior valore. Solo in questo modo il nostro Paese potrà rimanere al centro delle principali mete mondiali”.
In Europa gli investimenti hanno interessato, nel corso del 2021, strutture ricettive per un valore immobiliare complessivo di 16,8 miliardi di euro. Le principali transazioni hanno riguardato immobili di differente livello, da due a cinque stelle lusso, con una quota di maggioranza rappresentata dagli hotel quattro stelle.
In Italia le transazioni rilevate nel 2021 e nei primi mesi del 2022 confermano l’interesse degli investitori, anche stranieri, per ambiti localizzativi d’eccellenza e spesso iconici. Le operazioni hanno riguardato circa 76 strutture ricettive a tre, quattro e cinque stelle, per un totale complessivo di oltre 11.400 camere.
Per l’anno in corso le aspettative sono positive, il fatturato immobiliare europeo chiuderà il 2022 con un incremento di poco inferiore al 30%, quello nazionale con una crescita comparabile. La complessa situazione macroeconomica induce, tuttavia, a maggiore cautela nelle previsioni di sviluppo future. Bisognerà attendere i primi mesi del 2024 perché i volumi si stabilizzino sui livelli più elevati raggiunti in passato.