Per la prima volta in 52 anni gli imprenditori della nautica diserteranno la cerimonia inaugurale del Salone Nautico internazionale di Genova, al via sabato. Un gesto simbolico, una "protesta silenziosa" sia per protestare contro il governo, sia per chiedergli aiuto. L'annuncio è stato dato da Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina Confindustria Nautica, alla presentazione ufficiale del Salone. E Albertoni ha rincarato la dose: "il governo continua a tartassare il settore. Di questo passo il prossimo anno il salone non lo facciamo più".
Per questo gli imprenditori della Nautica, pure presenti in massa al Salone, nel giorno dell'apertura, sabato prossimo, per la prima volta in oltre mezzo secolo diserteranno la cerimonia dell'alzabandiera, né si faranno trovare ai loro stand quando il viceministro per le Infrastrutture e Trasporti, Mario Ciaccia, in rappresentanza del governo aprirà il corteo istituzionale per la prima visita alla Fiera.
"Questa decisione è pesata al Consiglio direttivo di Ucina, ma vuole essere un messaggio forte e chiaro – ha detto Albertoni – Nel 2011 il calo di fatturato si era arrestato. Oggi la crisi della nautica da diporto non arriva da lontano, è tutta italiana. Ce la siamo cercata e voluta perché questo Governo ha pensato che le priorità per il Paese fossero altre".
Ucina però non chiude al dialogo con le istituzioni. Anzi: sarà presente all'assemblea pubblica che si terrà subito dopo l'inaugurazione del Salone, dedicata al tema "La Nautica e il Governo".
In questa edizione del Salone, sarà dato un accento particolare sull'internazionalizzazione, per attrarre il più possibile operatori stranieri (quest'anno il Salone è stato presentato anche a Mosca e Dubai); dall'altro sul visitatore con un fitto calendario di iniziative sia all'interno della fiera sia con eventi in città per la rassegna "GenovaInBlu".