“Servono misure immediate capaci di garantire supporto a degli ingranaggi fondamentali della macchina turistica del Paese. Senza queste startup si frena ulteriormente il processo di innovazione di un settore che ad inizio anno valeva il 13% del PIL italiano”. A lanciare l’allarme è l’Associazione Startup Turismo (https://www.startup-turismo.it/) realtà no profit nata e punto di riferimento per tantissime startup del settore travel e hospitality.
“Il nostro obiettivo è dar voce a tutte quelle realtà innovative che operano nel travel in Italia per evitare che vengano dimenticate dai tavoli di lavoro del Governo e per ricordare il loro apporto fondamentale a quello che rimane uno degli asset principali dell’economia italiana il cui valore ad inizio anno ammontava ad oltre 40 miliardi di euro e che già oggi, nel periodo compreso tra marzo e maggio ha registrato perdite per 10 miliardi di euro”, dice Karin Venneri, presidente dell’Associazione Startup Turismo.
Il rischio è che le misure a sostegno della ripresa dell’economia, e del turismo in particolar modo, non coinvolgano adeguatamente tutto il comparto delle startup italiane che negli anni hanno dimostrato di saper innovare il settore. In particolar modo tutto il comparto extralberghiero, da cui proviene il 70% delle nuove tecnologie e relative start-up associate al settore turistico, si sta ritrovando messo ai margini dai possibili piani di ripresa previsti dal Governo.
Startup Turismo si associa alla proposta di VC Hub per il sostegno delle imprese innovative e ai 5 punti del documento di Italia Startup sottoposto al Governo e al Parlamento per rilanciare l’innovazione in Italia.
Startup Turismo propone l’istituzione di un Fondo ‘Convertibile’, fondo addizionale del valore di 1 miliardo di euro, e con un massimale di 1 milione di euro per operazione, affidato a CDP Venture Capital o Invitalia S.p.A. che possa finanziare i costi fissi, come da bilancio 2019, inteso come somma dei costi relativi al personale aziendale, agli uffici, al costo di architetture cloud o server based, al costo dello sviluppo piattaforme e quant’altro, riconosciuto come strumentale e necessario per la copertura dei costi per i successivi 12-18 mesi in relazione alle previsioni di ripresa del settore.