Da materia di esclusiva competenza delle Regioni il turismo deve divenire materia concorrente, ovvero di competenza dello Stato e delle Regioni. E’ questo il punto focale del testo che porta la firma del presidente dell’Osservatorio parlamentare sul turismo, Pierluigi Mantini, e di altri esponenti dell’Osservatorio, sia di maggioranza che di opposizione, e che ha già provocato polemiche da parte delle Regioni. Il documento, che dovrebbe avere la forma di proposta di legge di riforma costituzionale, sarebbe già pronto “ma aspettiamo che se ne discuta, che cresca il clima”, ha detto Mantini. “Occorrono politiche – ha proseguito – non certo statali ma nazionali, che vedano in campo tutti i soggetti e bisogna avere il coraggio di affermarlo anche nella Costituzione italiana. Lo Stato, adesso, è visto come un partner indesiderato e questo è assurdo”. Immediata la replica delle regioni. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha precisato che il turismo “è materia storicamente delle Regioni” e che queste hanno scelto di costruire un sistema nazionale che va dalla nuova Enit-Agenzia per il turismo, all’Osservatorio nazionale sul turismo. “E’ questa – ha concluso – la strada giusta da percorrere”. Per il coordinatore degli assessori regionali al Turismo, Enrico Paolini, “sarebbe una follia sul piano politico, e vedrebbe le Regioni nettamente contrarie”, ha commentato. E non solo per i tempi che richiede una modifica costituzionale, ha spiegato, ma anche perché devono ora diventare operativi il patto per il turismo appena stretto tra Stato, Regioni ed operatori, il nuovo Enit e la nuova cabina di regia chiesta dalle stesse Regioni. “Non si può rimettere in discussione la governance il giorno dopo – ha concluso – e semmai proposte di questo genere potrebbero essere avanzate a fine legislatura, a bilancio delle nuove politiche compiuto”.