Nelle ultime settimane è andato via via aumentando il numero di Comuni italiani che hanno deciso di introdurre la tassa di soggiorno. Un'accelerazione che preoccupa non poco gli albergatori "soprattutto perché non è ancora chiaro il nuovo quadro impositivo previsto dalle manovre Monti" come spiega Elena David, presidente di Aica.
"C'è forte preoccupazione – sottolinea Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi – per la nuova imu, per la prevista rivalutazione dei valori catastali e delle addizionali che vanno ad aggiungersi ai già elevatissimi costi che le aziende alberghiere sostengono per la Tia/Tarsu ed altri tributi comunali come l'imposta sulla pubblicità, insegne, suolo pubblico, passo carrabile etc….Per non parlare di specificità come quella di Milano con l'introduzione dell'Area C che grava sugli ospiti degli alberghi e di Napoli dove la città è reduce dalla gravissima crisi dei rifiuti che ha colpito gravemente le aziende del turismo".
In assenza di una valutazione complessiva degli effetti di questo inasprimento fiscale da parte dei Comuni si rischia, da una parte, di affossare definitivamente i conti economici degli operatori turistico alberghieri e dall'altro di indebolire ulteriormente la competitività del prodotto Italia.