Tassa di soggiorno solo nel 4,6% dei comuni

In Valle d’Aosta adottata dal 66% degli enti locali. Friuli e Trentino finora contrarie

Solo il 4,6% dei Comuni italiani ha applicato nel 2012 la tassa di soggiorno ai turisti, ovvero 377 su un totale di oltre 8 mila registrando circa 175 milioni di euro di entrate a livello nazionale (+17% rispetto al 2011). E' quanto rileva il XVIII Rapporto sul Turismo Italiano, presentato oggi a Genova nell'ambito del Festival Viaggiando il mondo. Se si aggiungono gli enti locali che applicano l'imposta di sbarco, i Comuni che hanno applicato la tassa sono stati 390. Altri 40 la stanno deliberando.
In Valle d'Aosta l'hanno introdotta i due terzi dei Comuni (66,7%), in Toscana il 28,9%, in Friuli e in Trentino nessun Comune l'ha ancora applicata. L'imposta di soggiorno, istituita per la prima volta in Italia nel 1910 per le sole stazioni termali, climatiche e balneari ed estesa nel 1938 alle altre località d'interesse turistico, fu abolita dal primo gennaio 1989. Dal 2011 è stata reintrodotta nell'ordinamento italiano.   
Sono 6.767 su 8.092 i Comuni italiani che dispongono di almeno un esercizio ricettivo, l'83,6% del totale. Ci sono Comuni con importo dell'imposta fissa come La Spezia (1,50 euro a turista per ogni notte), altri a importo variabile associato a categorie ricettive come Roma (2 euro per gli alberghi fino a tre stelle, 3 euro per gli alberghi fino a cinque stelle).

 

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