Tassa soggiorno, Federalberghi: meglio quella di sbarco, è più equa

Già adottata in una decina di comuni e ora anche altre isole la stanno valutando

Se tassa deve essere, meglio la tassa di sbarco che la tassa di soggiorno: non solo non costringe l'albergatore a riscuotere l'odiato balzello ma chiede un contributo anche a coloro che visitano il territorio senza fermarsi, che usufruiscono dei servizi e consumano le risorse senza partecipare alle spese necessarie per produrle. Insomma, mentre "l'imposta di soggiorno uccide la gallina dalle uova d'oro, in quanto scoraggia la permanenza", la tassa di sbarco é un modo per tassare alla fonte non solo il turista, cioè colui che trascorre almeno una notte nella località, ma anche l'escursionista giornaliero. E' quanto sostiene, in sintesi, Federalberghi, nello studio svolto con Mercury Srl, sull'imposta di soggiorno.  
I primi ad istituire la tassa di sbarco sono stati i due comuni dell'isola di Capri, Capri e Anacapri, istituendo una sovrattassa di 1,50 euro sul biglietto dei traghetti, da applicarsi a tutti coloro che raggiungono l'isola e non dispongono di un alloggio di proprietà in loco. A loro si sono aggiunti  Isola di Capraia, Isola del Giglio, Isole Tremiti, Malfa, Ponza, Santa Marina di Salina.
Federalberghi fa notare che Capri e Anacapri avevano introdotto l'imposta di soggiorno a  partire dal 1° gennaio 2012 e che recentemente (il 15 giugno a Capri e il 20 giugno ad Anacapri) hanno deciso di sostituirla con la tassa di sbarco, i cui proventi verranno poi ripartiti fra le due amministrazioni. Al Comune di Capri andrà il 66% dei proventi, ad Anacapri il 34%.
La tassa di sbarco si applica anche a Ponza (1,50 euro), al Giglio e a Giannutri (1,00 euro), all'isola di Capraia (1,50 euro), alle Tremiti (1,50 euro), a Santa Maria di Salina e a Malfa (1,50 euro). Tra le altre isole che stanno valutando la possibilità di attivare l'imposta di sbarco, come ad esempio Lipari, Lampedusa, Linosa e Favignana.    

 

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