Tassa soggiorno, l’ha voluta l’Anci?

Lo sostiene la Brambilla e il Pd polemizza: lei dove era quando è stata approvata?

La tassa di soggiorno? L'ha voluta l'Anci. Lo ha detto il ministro al turismo, Michela Vittoria Brambilla, a margine del Meeting Europeo del Turismo Accessibile alla Fiera di Vicenza, spiegando: "a mio parere non era cosa necessaria, ma bisogna chiedere questo a chi l'ha messa come condizione essenziale, ossia l'Associazione nazionale dei comuni italiani. Tuttavia, rimane non obbligatoria – ha aggiunto – e decideranno i sindaci se applicarla o meno. Quello che però il Governo e il Ministero del turismo hanno fatto è stato di finalizzarla. In altre parole non potrà servire per far cassa o risolvere problemi di altri settori: tutti i proventi dell'eventuale della tassa di soggiorno sono per legge destinati esclusivamente a finalità turistiche e in particolare al sostegno delle strutture ricettive stesse, ossia alle imprese. In certe situazioni potrebbe diventare un vantaggio".
Una dichiarazione che però non ha convinto Armando Cirillo, responsabile Turismo del Pd. "Il ministro Brambilla si arrampica sugli specchi. Si è forse dimenticata che era presente quando il governo ha approvato il federalismo fiscale municipale? Ora dice che l'Anci ha voluto la tassa di soggiorno per scaricarsi la coscienza e provare a nascondere l'inconsistenza della sua azione di governo. La verità è una sola: questa tassa è stata imposta dal ministro Calderoli e dalla Lega Nord con l'assenso suo e di tutto il Governo. Se questa tassa non la voleva perché non si è battuta per bloccarla?".

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