Tassa sulle barche, Ucina: stangata da 285 mln

Albertoni: colpo di grazia al comparto nautico, servono correttivi. Protesta anche su Facebook

Da sette a 150 euro al giorno per stazionare in porto, navigare o anche solo restare ancorate in acque pubbliche. E' una stangata da 285 milioni di euro, secondo le stime dell'Osservatorio Nautico Nazionale, la nuova tassa sulle barche contenuta nella manovra 'Salva-Italia' del governo Monti.
"Così si dà il colpo di grazia al turismo nautico e all'intero comparto", tuona il presidente di Ucina-Confindustria nautica Anton Francesco Albertoni. "L'introduzione di una tassa di stazionamento – spiega – avrà ripercussioni fortissime sulla filiera nautica". Per non parlare dell'"impatto violentissimo" sulle regioni che detengono il maggior numero di posto barca, stimato in 45 milioni di euro per la Liguria e la Toscana, 35 per la Campania e la Sardegna, 22 per il Friuli Venezia Giulia e 19 per il Veneto. 
Altro problema quello dei diportisti stranieri, nel 2011 il 15% del traffico dei marina turistici, "che saranno inevitabilmente scoraggiati a restare sulle nostre coste", "la mancata contribuzione iva sulla vendita delle nuove unità" e il fatto che "una flessione del traffico charter del 25% in termini di mancato indotto annullerebbe l'intero gettito dell'imposta".
Di qui l'appello di Ucina, che chiede al governo Monti alcuni "aggiustamenti alla norma" per renderla "più equa ed efficace": come l'inserimento di un indice di vetustà delle imbarcazioni che renda inesigibile l'imposta per gli yacht con più di 20 anni, la differenziazione dell'imposta tra barche a vela e barche a motore e l'esclusione dal provvedimento delle unità con targa in prova o che si trovano in rimessaggio.
Intanto la protesta dilaga anche su Facebook dove è nato un gruppo, 'Gli Indignados della nautica', che in meno di 24 ore ha già superato i 1.200 iscritti. "Abbiamo un'unica possibilità: diventare tanti e far sentire la nostra voce molto in alto" spiega il promotore Max Procopio, ex velista professionista (il Moro di Venezia) e azionista di Marine Partners, società che opera esclusivamente nella nautica.

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