Troppi aeroporti, puntare sugli scali più grandi

Conclusa l’indagine conoscitiva in vista del piano nazionale degli aeroporti

"E' molto diffuso ma debole" e "la mancanza di pianificazione è il punto più critico del sistema aeroportuale italiano". Ecco perché "non è in grado di sostenere le considerevoli potenzialità di sviluppo del traffico aereo". E' la maggiore preoccupazione che emerge a conclusione dell'indagine conoscitiva svolta dalla commissione Trasporti della Camera dei deputati. Fra i punti critici del sistema – composto da cento scali di cui 47 commerciali e di dimensioni limitate – c'è un'emergenza: "Le gravi carenze in termini di accessibilità e collegamenti con la rete metropolitana, dell'alta velocità e stradale" dice il presidente della Commissione, Mario Valducci che "è necessario potenziare soprattutto per i 6-7 maggiori aeroporti". Ma "bisogna evitare una proliferazione di aeroporti costosa insostenibile e dannosa per il Paese" e puntare piuttosto su "scali più grandi, più efficienti e meglio collegati alla rete ferroviaria e stradale".
Avviata il 12 febbraio 2009 e conclusa il 30 novembre scorso, dopo l'audizione di 41 soggetti e missioni a Zurigo e Monaco di Baviera, l'indagine ha ottenuto l'approvazione da maggioranza e opposizione e ora c'é l'attesa che il documento sia "un indirizzo vincolante per il governo che vuole redigere entro quest'anno il piano nazionale degli aeroporti" ha spiegato Valducci. Fra le linee di intervento indicate nel documento, c'é la necessità di un piano che "disincentivi la parcellizzazione degli aeroporti e permetta di individuare quelli aeroporti prioritari, su cui concentrare le risorse disponibili". Anche in relazione alle esigenze di finanziamento degli investimenti, si legge nel documento della commissione, occorre tempestivamente recepire la direttiva europea sui diritti aeroportuali, attraverso un intervento normativo organico di revisione della relativa disciplina". Valducci ha poi indicato la necessità di rafforzare i poteri di controllo dell'Enac (autorità aviazione civile) nei confronti dei gestori aeroportuali, vettori, prestatori di servizi; dovrebbero essere definiti standard di sicurezza e qualità dei servizi, il cui mancato rispetto dovrebbe essere sanzionato in misura rilevante. E per garantire all'ente una più ampia autonomia e flessibilità di gestione, si potrebbe trasformarla in Agenzia con forma giuridica di ente pubblico economico.

 

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