Turismo organizzato ha perso 27 mld di fatturato, serve scostamento bilancio per sostegni adeguati

Continua a soffrire il turismo organizzato, bloccato per due anni dalla pandemia e dal divieto sui viaggi Extra Ue. Nel 2019 il comparto fatturava 13,3 miliardi. Nel biennio 2020/21 ha fatto registrare una perdita di fatturato rispettivamente pari a -76,7% e a -81,2%. Complessivamente, nel 2020 e 2021, il totale fatturato perso ammonta a 21,1 miliardi ai quali si sommeranno, previsionalmente, altri 6 miliardi che verranno persi quest’anno, per un totale di 27,1 miliardi.

Il Governo non ha stanziato sostegni per il 2021, anno ancor più duro del precedente. Il Fondo Unico per il Turismo istituito dalla Legge di Bilancio e recentemente incrementato dal Sostegni Ter, si attesta a 225 milioni che verranno ripartiti tra tutti i player della filiera turistica. Ai tour operator e alle agenzie di viaggi, con il decreto Sostegni Ter, è stato destinato un budget di 39,3 milioni pari a 1/sedicesimo di quanto stanziato nel 2020.

“È evidente l’incapienza ed esiguità di tali risorse; a fronte delle perdite subite sarebbero necessari almeno 500 milioni solo per il Turismo Organizzato”, dicono le associazioni del turismo organizzato ASTOI Confindustria Viaggi, AIDIT-Federturismo Confindustria, Assoviaggi-Confesercenti, Fiavet Confcommercio e Maavi-Conflavoro PMI, in occasione della 25° edizione della BMT in corso alla Mostra d’Oltremare a Napoli, chiedendo che il Governo: ”provveda, quanto prima, a deliberare un nuovo scostamento di bilancio per mettere a disposizione del settore sostegni adeguati”.

Il conflitto tra Russia e Ucraina – sottolineano le associazioni di categoria – ha generato da un lato un’instabilità geopolitica e dall’altro una significativa diminuzione del potere d’acquisto degli italiani, costretti a fronteggiare significativi aumenti del costo di beni e servizi. Sul fronte incoming, nel 2019 gli arrivi dalla Russia erano pari a circa 1,8 milioni di persone, 6 milioni di presenze (fonte Istat) e generavano una spesa di 984 milioni di euro (fonte Banca d’Italia). Con lo scenario di incertezza internazionale in atto, si attende un ulteriore decremento per il 2022.
In vista della Pasqua, l’allentamento delle restrizioni deciso ieri dal Governo, al fine di agevolare l’incoming, avrebbe potuto essere più coraggioso per consentire ai turisti di prenotare serenamente le proprie vacanze in Italia, prendendo come esempio la Francia ed altri Paesi dove tutte le limitazioni sono già state tolte.
Per quanto riguarda l’outgoing, dopo i primi positivi segnali di ripresa, si sta assistendo ad un raffreddamento delle prenotazioni sui viaggi internazionali, dovuto al clima di timore e di incertezza generato dal conflitto bellico. L’andamento delle prenotazioni relativo ai primi trimestri del 2021 e 2022 rispetto al 2019 (dati ASTOI Confindustria Viaggi) evidenzia un calo medio rispettivamente del 95% nel 2021 e del 53% nel 2022.

Per le associazioni a sottolineare la gravità della crisi, concorrono i numeri sull’aspetto occupazionale. Il numero delle imprese attive nel 2019 era pari a circa 13.000. Rispetto ai dati pre-pandemia circa il 20% delle imprese del Turismo Organizzato ha effettivamente chiuso e cessato l’attività e a fine 2022 si stima la chiusura del 35% delle imprese del comparto rispetto al 2019. Ecco perchè le associazioni chiedono ”per sostenere la domanda sarebbe importante attivare un meccanismo di detraibilità fiscale delle spese per vacanza – sul modello di quelle sanitarie – sostenute dai consumatori per l’acquisto di pacchetti o servizi turistici presso adv e TO, prevedendo un triennio di sperimentazione”. Inoltre ”il mancato prolungamento della moratoria sui finanziamenti, mutui e prestiti comporterà per le imprese pesanti conseguenze fino alla definitiva cessazione dell’attività se non si interverrà in modo mirato sul settore”.

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