Ue prepara riapertura frontiere, stop a viaggiatori da Usa e Brasile

Stabilire criteri oggettivi e scientifici per determinare i Paesi terzi verso i quali l’attuale divieto dei viaggi non essenziali nell’Ue debba essere revocato oppure lasciato in vigore anche dopo il 1 luglio. Questo l’argomento al centro della riunione tra gli ambasciatori dei 27 Paesi membri, riuniti a livello del Coreper e che torneranno a incontrarsi di nuovo sul tema il prossimo venerdì.

La presidenza croata, secondo quanto si apprende a Bruxelles, ha fornito un ‘room document’ contenente un numero di Paesi – circa 25 – verso i quali mantenere le restrizioni ai viaggi nell’Ue. Dalla riunione è emersa la necessità di mantenere un atteggiamento prudente e cauto, poiché servono ancora approfondimenti. Non si esclude che nei prossimi giorni venga espressa una lista corta, contenente tra i 12 e i 15 paesi e periodicamente rivedibile. Dovrebbe sempre essere possibile, se necessario, reintrodurre delle restrizioni di viaggio per un determinato paese terzo nel caso in cui le condizioni nella lista non siano più soddisfatte, e in particolare laddove la situazione epidemiologica peggiori.

E’ essenziale – è stato sottolineato – la necessità di aggiornamenti con frequenza settimanale vista la fluidità della situazione. Ma non mancano le difficoltà che riguardano l’affidabilità dei dati raccolti, e loro validità temporale. La Commissione europea suggerisce agli Stati membri di applicare la metodologia e i criteri stabiliti nella comunicazione dell’11 giugno, che si riferiscono alla situazione epidemiologica, alle misure di contenimento, l’allontanamento fisico, oltre a considerazioni economiche e sociali.

Nel frattempo trapela la notizia di un possibile divieto dal primo luglio d’ingresso nel Vecchio Continente per i viaggiatori americani: troppo pericoloso vista la situazione ancora grave della pandemia negli Usa. La decisione in seno alla Ue è attesa entro il fine settimana. Nella lista di chi può tornare a viaggiare in Europa, oltre all’esclusione degli Stati Uniti e del Brasile, sarà invece confermato il disco verde per la Cina.

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