Viaggi bleisure toccasana per aziende e dipendenti

Viaggiare per lavoro è considerato un vantaggio. Secondo una ricerca condotta da Booking.com, il 30% degli intervistati sarebbe disposto ad accettare un compenso più basso a fronte di un numero maggiore di viaggi. Inoltre, incoraggiare il bleisure (business e leisure) potrebbe essere la chiave risolutiva per non far scappare la generazione Y, quella dei millennials, che tende solitamente ad essere elusiva e poco affezionata al posto di lavoro. Di contro, però, questa categoria generazionale è in genere più propensa a sfruttare il viaggio di lavoro ricavandosi l’opportunità di trasformarlo parzialmente in uno di piacere.

Secondo studi recenti le due principali ragioni per cui i viaggiatori business non approfittano dei viaggi d’affari è la mancanza di tempo o il regolamento aziendale. Per far sì che il bleisure funzioni bene sia per il datore di lavoro che per il dipendente, è necessaria una policy aziendale chiara, che permetta di sfruttare al meglio le trasferte lavorative.
Riassumendo: il 30% sarebbe disposto ad accettare un compenso più basso a fronte di un numero maggiore di viaggi; negli ultimi 12 mesi quasi la metà dei viaggiatori business (il 49%) ha esteso il proprio viaggio di lavoro ad un’altra località (città o Paese); il 48% degli intervistati di età compresa tra i 18 e i 34 anni afferma di aver trasformato la trasferta lavorativa in un viaggio che coniugava dovere e piacere, solo il 33% dei viaggiatori tra i 35 e i 54 anni e il 23% degli over 55 ha fatto lo stesso; il 78% dei millennials si è voluto ritagliare un po’ di spazio e relax durante un viaggio di lavoro. Inoltre, il 60% della generazione Y sostiene che i “momenti-vacanza” delle trasferte si ripercuotono positivamente sul business, aiutandoli a rendere meglio. Per i baby boomer, questa percentuale si ferma invece al 49%.

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