Non si placa lo scontro sulle sulle tratte da e per la Sardegna per le quali Tirrenia ha annunciato uno stop dall’1 dicembre. A poche ore dalla fermata dei collegamenti Genova-Olbia-Arbatax, Napoli-Cagliari, Cagliari-Palermo, Civitavecchia-Arbatax-Cagliari e Termoli-Tremiti è impossibile prenotare un posto sui traghetti e il sistema rimanda alle sole 2 linee che rimarranno in attività (Civitavecchia-Olbia e Genova-P.Torres), secondo quanto annunciato dalla compagnia di navigazione lo scorso 21 novembre.
L’unica novità, comunicata dal ministero dei Trasporti, è la conclusione di una parte dell’interlocuzione con la Commissione Ue: “I risultati preliminari del market test hanno dimostrato la necessità di continuare ad intervenire per garantire lo svolgimento dei servizi sulla linea di collegamento con le isole Tremiti e sulla linea Civitavecchia-Cagliari-Arbatax dove permangono condizioni di fallimento di mercato – si legge nella nota del Mit – Le relative procedure di gara dei contratti di servizio saranno bandite in tempi brevi, in modo da aggiudicare i servizi entro i termini previsti dalla legge di proroga”.
Ora bisognerà capire se Tirrenia vorrà proseguire il servizio da e per la Sardegna, almeno sulla tratta tra Civitavecchia e Arbatax, mentre regna l’incertezza sugli altri collegamenti sui quali, spiega sempre il ministero, “sono in corso ulteriori approfondimenti per individuare il modello migliore di gestione delle esigenze di servizio pubblico. Entro il 15 dicembre il Mit invierà gli esiti definitivi dell’indagine alla Commissione Europea, all’Autorità di Regolazione dei Trasporti ed all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato”.
Diverso discorso per tre collegamenti attualmente in convenzione con Tirrenia-Cin che, invece, “saranno garantite dal libero mercato. A seguito dell’attività istruttoria svolta dal Mit è emerso infatti che sulle linee Napoli-Palermo (merci e passeggeri), Ravenna-Catania e Livorno-Cagliari (solo merci) la libera iniziativa economica è idonea a garantire le esigenze di servizio pubblico e non sussiste più la necessità di mantenere in vita misure di intervento pubblico”, spiega il ministero.