L’introduzione di nuove tasse o imposte non può suscitare mai consenso, ma alcune volte costituisce un male necessario, come nel caso di alcune medicine sgradevoli ma salutari.
E’ questo il caso della rimodulazione dell’imposta di soggiorno a Palermo relativa alle strutture extra-alberghiere, con l’estensione delle stesse anche alle “locazioni brevi” di durata inferiore ai 30 giorni, effettuate da soggetti che non esercitano attività d’impresa, così come deliberato dalla Giunta comunale di Palermo nell’ultima seduta del 2017, come riportiamo nel nostro articolo.
Di fatto una determinazione amara ma opportuna, non solo per le casse del Comune, ma per gli effetti collaterali che potrebbero incidere positivamente nel drenare il fenomeno di abusivismo diffuso nel settore della ricettività che determinava anche fenomeni di concorrenza sleale. Ma anche un provvedimento idoneo a favorire l’emersione di tutte quelle strutture che, pur avendo un ruolo attivo nel panorama dell’ospitalità, sono prive di autorizzazioni o sconosciute al fisco e, a torto o a ragione, considerate abusive, seppur per necessità o ingenuità.
Il provvedimento è il preludio di un possibile accordo con Airbnb, il noto portale di gestione online di affitti brevi da parte di privati. La tariffa impositiva di 1,50 per notte e persona sembra essere estremamente contenuta e la sua introduzione nell’anno di Palermo capitale della cultura, in cui il capoluogo siciliano ospiterà Manifesta, obbedisce ad un criterio di equità e legalità. Una tema sempre di attualità che pone però all’Amministrazione Comunale la necessità di una revisione dell’apposito regolamento sull’imposta di soggiorno per definire aspetti formali ed interpretativi nonché una diversa destinazione dei ricavi per orientarli verso investimenti produttivi e promozionali da concertare sulla base di una più attenta strategia di marketing che sia razionale e non occasionale o casuale.
Infatti rimane di attualità la necessità di operare per il consolidamento di un sistema turistico razionale e non occasionale ed in tema di Palermo capitale della cultura, stimolare ed orientare quella cultura d’impresa che da una parte coinvolge le micro imprese, quale strumento di lavoro ma anche di crescita professionale che non può prescindere dalla omogeneizzazione di tutti i soggetti che concorrono alla filiera turistica, ma che deve godere della collaborazione di un apparato amministrativo non solo professionalmente qualificato, ma anche in grado di analizzare le dinamiche del mercato e governare l’evoluzione del settore.