L'assenza di fondi per gli eventi estivi non può essere vista solo come la conseguenza dello stato d'emergenza in cui versano le casse della Regione ma, piuttosto, sottolinea ancora una volta l'approssimazione con cui viene condotta l'attività di programmazione dello sviluppo turistico dell'Isola e evidenzia la debolezza delle misure condotte in materia di promo commercializzazione delle nostre destinazioni.
La mancanza di una visione strategica condivisa, capace di allocare le risorse in modo appropriato e funzionale allo sviluppo del territorio, mortifica gravemente il settore turistico, sempre più spesso inteso come centro di spesa e non come strumento produttivo per la nostra terra. Non si può ancora consentire di trattare l'unica vera risorsa di sviluppo della Sicilia, e soprattutto l'unica industria non delocalizzabile, come comparto marginale su cui orientare investimenti e risorse.
Il turismo ha bisogno di interventi che siano tempestivi, perché i processi di cambiamento dei mercati non aspettano i nostri tempi e pertanto stiamo rischiando di diventare una destinazione marginale bruciando il grande appeal che il brand Sicilia ha sempre espresso. Prova ne è, che a causa del mancato raggiungimento della soglia del 25% sull'utilizzo delle risorse comunitarie in ambito turistico, è stato necessario provvedere a una rimodulazione della destinazione dei fondi che ha comportato la distrazione di 2,4 milioni che dovevano servire per progetti di destagionalizzazione e che ora confluiranno nei settori dell'energia e delle infrastrutture.
L'impianto politico-burocratico siciliano continua a produrre ritardi ed incertezze non più accettabili, come per esempio il caso dei distretti turistici per i quali la legge 10 istitutiva degli stessi, approvata nel settembre 2005, non ha ancora prodotto azioni concrete come dimostra il fatto che a quasi 10 anni dalla loro istituzione non è stato ancora erogato un solo euro, tra le risorse previste, e nel frattempo perdura l'annosa questione su chi ricade il compito delle azioni di promozione del territorio che dopo l'eliminazione delle Aasst e delle AAPIT rimangono frammentate tra province, comuni, pro loco e gli stessi distretti turistici.
La politica siciliana sta debilitando la classe imprenditoriale isolana, della filiera turistica, abbandonandola a se stessa, senza una strategia comunicativa di mercato che ne sostenga lo sviluppo e la crescita.
Oggi, il brand Sicilia può fare affidamento solo sulle azioni che i privati attivano sui territori, senza poter contare su iniziative ed agevolazioni che dovrebbero essere codificati nell'ambito dei piani di sviluppo turistici triennali e dei piani operativi annuali di cui all'art 3 della Legge 10 del 2005 mai approvati.
Pertanto, invece, di perpetuare una gestione improduttiva del sistema turistico, si potrebbe ragionare su come definire indirizzi e scelte condivise sulle opportunità offerte in ambito Comunitario e/o Nazionale, come nel caso del decreto legge n. 83 del 31 maggio 2014 recante misure urgenti per la tutela del patrimonio culturale della nazione e per lo sviluppo della cultura attraverso il quale con l'art. 9 viene riconosciuto alle attività degli esercizi turistici-ricettivi, crediti di imposta per favorire la digitalizzazione, la riqualificazione e l'accessibilità delle strutture, attività che andrebbero orientate soprattutto per quel che concerne la promozione e commercializzazione di servizi sui siti e piattaforme informatiche specializzate.
In tale contesto, l'unico strumento nelle mani dell'impresa, è quello di orientare le proprie attività verso la qualità dei prodotti e servizi erogati, contenendo altresì le tariffe, la cui contrazione ha ridotto significativamente la marginalità reddituale che ha già portato alla chiusura migliaia di operatori storici siciliani.
È il momento di dire basta e di invertire la rotta con azioni e tempi certi che ridiano centralità al sistema turistico regionale, con azioni sinergiche tra assessorato al Turismo, assessorato alle Attività Produttive, assessorato Risorse Agricole ed Alimentari e assessorato Territorio e Ambiente, per dare slancio al sistema produttivo turistico che certamente rappresenta il primo volano per lo sviluppo economico della Sicilia.