Il settore turistico-ricettivo della provincia di Torino offre lavoro stabile e opportunità di carriera a donne, giovani e stranieri con dati che, nel 2023, potrebbero aver segnato il pareggio con la situazione pre-pandemia. I dati del 2022 raccolti dal Centro Studi di Federalberghi Nazionale su dati INPS in collaborazione con l’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo e le prime previsioni sul 2023 rivelano che il comparto rappresenta un approdo per quelle categorie sociali solitamente svantaggiate. I dati del 2022 confermano che il 60% dei lavoratori ha meno di 40 anni, il 53% è donna e gli stranieri rappresentano il 27%. La tendenza nel 2023 rivela una crescita dei contratti degli under 40 con un incremento più marcato per la fascia 20-30 anni. Il trend è in positivo e sui livelli del 2019 anche per i contratti full time e quelli a tempo indeterminato; questi ultimi potrebbero superare il 70%.
Il rapporto ha fotografato l’occupazione dell’intero settore (servizi ricettivi, pubblici esercizi, stabilimenti termali, parchi divertimenti, intermediari). Nel 2022 secondo Il Centro Studi di Federalberghi in collaborazione con l’Ente Bilaterale del Turismo su dati INPS 2022 hanno operato nella provincia di Torino 5.565 imprese turistiche, i lavoratori sono stati in media 32.459. Il valore massimo si è registrato nel mese di giugno con 34.115 dipendenti, il minimo a febbraio con 31.058.
Le fasce di età e le tipologie di contratto nel turistico-ricettivo: dettaglio
Il 52,6% dei dipendenti è under 40 e il 28% ha meno di 30 anni.
Dipendenti per fasce di età | |||||||||||||
Età | under 20 | 20 – 30 | 30 – 40 | 40 – 50 |
| Over 60 | |||||||
Valore % | 3,5% | 24,5% | 24,6% | 21,6% | 20,8% | 5,0% |
I contratti a tempo determinato stagionali rappresentano il 4%, quelli stabili il 25,6%. Il 53% dei dipendenti ha un contratto part-time.
Nel 2022 l’occupazione è complessivamente cresciuta nel settore turistico-ricettivo ma i contratti a tempo indeterminato sono ancora inferiori dell’11,9% rispetto al 2019.
La pandemia ha allargato la forbice tra valori massimi e minimi di dipendenti, accentuando la stagionalità. Nel 2019 la differenza tra i valori era pari al 134%, nel 2020 è cresciuta al 235% (nel primo anno di pandemia il 23,8% dei dipendenti ha abbandonato il settore rispetto al 2019 – secondo dati Inps) per poi calare nuovamente al 155% nel 2021 e attestarsi nel 2022 su un valore del 124%. Stando al trend osservato nel 2023 e ancora in fase di elaborazione questa percentuale dovrebbe essersi ulteriormente ridotta, con il numero dei contratti che potrebbe avvicinarsi, se non addirittura superare, i livelli del 2019.
La prima parte del 2024 si rivela in linea con lo stesso periodo dello scorso anno, con un’occupazione media delle camere pari al 70%. L’andamento induce a pensare che il 2024 si chiuderà in sostanziale pareggio rispetto allo scorso anno, confermando le previsioni del settore. Dopo l’exploit registrato nel 2023 la curva di crescita ha registrato un fisiologico appiattimento, principalmente dovuto al riposizionamento della destinazione sul mercato nazionale e internazionale. I grandi eventi restano il principale volano per la crescita dei flussi turistici e per la promozione della città. L’autunno potrebbe rivelarsi piuttosto vivace grazie agli appuntamenti con Terra Madre Salone del Gusto, Atp Finals, Settimana dell’Arte Contemporanea, congresso ANCI e con il ritorno in Champions League della Juventus. Le tendenze dei flussi turistici dimostrano come Torino non rappresenti più una “novità” nel panorama turistico ma una méta turistica ormai riconosciuta e attrattiva.
“Abbiamo voluto dedicare l’Assemblea di quest’anno al tema dell’occupazione e della formazione perché si tratta, per il nostro settore, di una sfida cruciale che può influire e avere un impatto anche sulla crescita del turismo nel nostro territorio – ha detto Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – fa certamente piacere sapere che i contratti full time e i tempi indeterminati stanno crescendo ma fatichiamo ancora a reperire risorse formate e in numero sufficiente per coprire il fabbisogno delle imprese, chiamate a offrire un servizio sempre più accurato e a gestire una oppressiva e farraginosa burocrazia spesso troppo dispendiosa in termini di tempo. Dobbiamo lavorare insieme al mondo della formazione e della ricerca del personale per creare un ponte con il mondo professionale e soprattutto investire sui giovani, incentivando le aziende ad assumerli. I dati presentati rivelano poi che il nostro settore offre lavoro stabile e ben remunerato a categorie che solitamente faticano a trovare un impiego: donne, giovani e stranieri, sconfessando una certa vulgata che si è diffusa in questi anni”.