Lo scorso 2 giugno sono stati 1.300 i visitatori che, mascherina sul volto e mani disinfettate, hanno approfittato dell’ingresso gratuito per tornare ad ammirare le collezioni del Museo Egizio di Torino. “Nei giorni del lockdown ho passato ore dentro il Museo con Christian Greco, il direttore del Museo, a pensare come reagire, cosa fare. Penso che le parole chiave per rialzare la testa siano digitalizzazione e ricerca”, spiega Evelina Christillin, ormai prossima al terzo mandato alla guida della Fondazione che gestisce il museo.
Con lei e con il direttore Christian Greco alla guida, l’Egizio ha inaugurato nel 2015 un nuovo allestimento che ha attirato un numero sempre crescente di visitatori, fino agli oltre 850 mila dello scorso anno. E soprattutto ha conquistato l’autonomia finanziaria, particolare non da poco ora che il Covid sta spremendo le casse pubbliche e le risorse per la cultura non sono molte.
“I contributi a pioggia sono interventi sacrosanti in questo momento – è la ricetta della Christillin per superare la crisi contingente – ma poi arriva il tempo di scelte e di progetti. Giusto che una guida turistica prenda 600 euro perché in questo periodo era tutto fermo, ma se si finanziano progetti importanti torneranno a lavorare perché ci saranno i turisti”.
Ancora per questo mese l’Egizio sarà aperto solo nei fine settimana, ma il desiderio “è di riprendere le attività il prima possibile a pieno regime, accogliendo i visitatori con modalità che assicurino tanto la migliore fruizione possibile quanto la sicurezza delle persone, quelle in visita come il personale che qui lavora – conclude Christillin – Per affermare con forza la grande vitalità della nostra istituzione”.